Gaetano Pesce, nasce nel 1939, le sue origini italiane, con una formazione radicata a Venezia e una carriera segnata da capitoli fondamentali della storia politica e artistica del paese, lo hanno portato a diventare uno dei designer più acclamati. Dal 1983 si era trasferito a New York, città che ha accolto molte delle sue idee e progetti innovativi, e dove ha trascorso gli ultimi decenni della sua vita.
Un designer sovversivo
La carriera di Pesce è stata una lunga sequenza di atti critici e sovversivi nei confronti del sistema, della società e del design convenzionale. Fin dagli anni ’60, ha dimostrato una propensione a rompere con le norme, proponendo oggetti e spazi che interrogavano la cultura dominante. Uno degli esempi più emblematici è la celebre poltrona Up 5, creata nel 1969, le cui forme morbide e avvolgenti richiamavano quelle delle dee primordiali, aprendo un dibattito sulla condizione femminile e sul ruolo della donna nella società. Questo pezzo iconico ha rappresentato non solo un’innovazione formale, ma anche un manifesto politico e culturale.
Tra arte, design e moda
La carriera di Pesce non si è mai limitata a una sola disciplina. Il suo lavoro ha attraversato i confini tra arte, design, architettura e moda, con collaborazioni prestigiose che hanno segnato diverse epoche. Tra queste, spiccano i progetti con aziende come C&B (poi B&B Italia), dove ha contribuito a ridefinire il concetto di arredamento, e con Bottega Veneta, per la quale ha progettato sedie che sono diventate iconiche e hanno segnato una stagione della moda contemporanea.
Ma Pesce non si è mai accontentato di operare solo all’interno di queste collaborazioni. La sua partecipazione alla mostra epocale del MoMA Italy: The New Domestic Landscape nel 1972 è stata una testimonianza della sua capacità di sfidare le tipologie di design domestico e di proporre soluzioni che mescolavano arte e funzionalità.
Innovazioni architettoniche e materiali
Pesce ha sempre puntato a mettere in discussione gli assunti tipologici su cui si basano i progetti, sperimentando nuove forme e materiali. Un esempio lampante è la facciata dell’Organic Building a Osaka, realizzata all’inizio degli anni ’90. Questo edificio, con le sue grandi tasche scultoree in fiberglass riempite di piante, ha anticipato di decenni il concetto di verde verticale, oggi così diffuso in architettura.
Altro esempio del suo spirito innovativo è la sua esplorazione della resina, come nei vasi della collezione Fish Design. Questi oggetti, che all’apparenza sembrano sculture rigide, si rivelano invece elastici e flessibili, sfidando la percezione comune dei materiali.
Una filosofia creativa in evoluzione
Ciò che ha sempre caratterizzato Pesce è la sua volontà di seguire una logica di contraddizione e di evoluzione continua. In un’intervista del 2022 a Domus, ha affermato: “Quando si scopre qualcosa che è l’opposto di ciò che si è scoperto ieri, si segue una contraddizione, e va bene così. È la vita”. Questa filosofia riassume perfettamente la sua traiettoria artistica, fatta di continue scoperte e di ribaltamenti, senza mai riposare sugli allori di ciò che è già stato ottenuto.
L’eredità di Gaetano Pesce
La morte di Gaetano Pesce, avvenuta il 4 aprile 2024, segna la fine di una carriera straordinaria, ma la sua eredità continua a vivere nelle sue opere e nel suo approccio radicale al design. La sua capacità di fondere bellezza, funzionalità e critica sociale ha lasciato un segno profondo nel mondo del design e dell’architettura. Riconosciuto come uno dei maestri del design del XX e XXI secolo, Pesce è stato e sarà sempre un simbolo di innovazione, creatività e coraggio, un italiano che ha saputo parlare al mondo intero.
Con la sua morte, non perdiamo solo un grande creativo, ma anche una mente in grado di vedere e plasmare il mondo in modo nuovo, rifiutando le convenzioni e inseguendo sempre la possibilità di una visione diversa, più elastica e viva.