Il Forte di Bard (pronuncia Bar) è un complesso architettonico fortificato, molto variegato nelle strutture, poste su diversi livelli, e suggestivo nell’aspetto, che sovrasta il borgo di Bard in Valle d’Aosta. Vista la sua posizione strategica si sono trovate tracce di una costruzione difensiva in situ già nel periodo ostrogoto, ma la forma attuale risalente al XIX secolo è dovuta agli interventi voluti dalla famiglia reale dei Savoia.
Attualmente, dal 2006, il forte è sede museale e ospita durante l’anno esposizioni d’arte sia antica che contemporanea.
In questo sorprendente contesto ha ora luogo la mostra :”Questa è pittura”, dedicata alle opere di uno dei pilastri dell’astrattismo europeo: Emilio Vedova (1919-2006).
L’artista
Pittore, incisore, sperimentatore, curioso e ribelle, l’artista veneto autodidatta, si abbevera alla tradizione dei grandi maestri veneziani per poi lasciare al furore del gesto e del colore la vera impronta della sua arte.
Segno e materia liberano sulle tele quella forza espressiva, quell’impeto vitale, emotivo che si avverte appieno nel lavoro di Vedova, insieme ad una sorta di senso del dramma e della storia, frutto del suo impegno sociale mai venuto meno, che permeano profondamente queste opere.
La mostra
Sino al 2 giugno 2025 l’esposizione, curata da Gabriella Belli, si propone di far conoscere il percorso artistico di Emilio Vedova. Sono presenti 31 grandi dipinti e 22 opere su carta.
Divisa in otto sezioni, a cui corrispondono altrettante sale del complesso espositivo, la mostra ripercorre tutte le tappe stilistiche che hanno caratterizzato il percorso culturale e artistico dell’autore. Dalle prime esperienze sulle tracce della grandiosa storia artistica veneziana (Nascita di un pittore), sino alla scelta geometrica vicina al Cubismo (Cercare una via); fino ad arrivare alla scelta dell’astrazione (Astrazione per sempre) e dell’occupazione dello spazio tridimensionale in cui i segni incisivi, i colori forti e la freschezza del gesto animano la drammaticità dell’opera e il comunicativo, empatico rapporto con lo spettatore.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.