Ogni anno, durante le feste Natalizie non può mancare il consueto appuntamento con Natale in casa Cupiello. Diverse sono le versioni a cui abbiamo assistito, tra cui quella del 1977, con la quale Eduardo ha lasciato un solco indelebile in ognuno di noi.
Quest’anno a rendere omaggio al sommo, ci ha pensato Vincenzo Salemme, che ha dato vita ad uno dei migliori Luca Cupiello che siano stati mai interpretati. Il 26 dicembre l’opera è stata trasmessa in diretta dall’ Auditorium Scarlatti ed è riproposta anche su Raiplay per chi volesse vederla anche se ormai sono finite le feste.
Natale in casa Cupiello, ma anche un po’ Salemme
La bellezza dell’interpretazione di Salemme sta proprio nel non aver voluto copiare, imitare, o paragonarsi ad Eduardo, ma lo ha voluto omaggiare, rendendo la commedia esattamente così come l’ l’ha sentita, nel suo stile comico, con quella punta di sarcasmo che lo contraddistingue.
Salemme ha voluto aggiungere un tocco di luce, quella che forse mancava ad Eduardo quando ha scritto questa commedia dai toni particolarmente bui, in un momento magari difficile per lui, che mai come in questo caso non ha tirato fuori quella comicità che solitamente arricchisce le sue commedie, come ad esempio Non ti pago ricca di temi comici incredibili. Salemme ha aggiunto quella parte di comicità che mancava, restituendola così anche ad Eduardo.
Natale in casa Cupiello, Concetta
Se Salemme avesse dovuto interpretare un personaggio diverso da Lucariello, sarebbe stato sicuramente Concetta. Lei è una donna forte, è un personaggio infinito, quasi al livello di Filumena Marturano. Concetta deve fare i conti con la sua capacità di compromettersi, perché non si sa fino a che punto è a conoscenza della tresca della figlia. Nicolino la chiama ruffiana, perché crede che sappia tutto e che sia anche complice, ma chissà se veramente era a conoscenza del tradimento realmente e concretamente compiuto, oltre ciò che aveva intuito e che aveva tentato di frenare, perché magari immaginava fosse ancora una cosa soltanto platonica. Questa è una di quelle “domande a risposta aperta” che Eduardo ha lasciato nella commedia, e probabilmente la risposta l’ha portata via con se.
La vita è come l’acqua e Luca lo sa
Luca Cupiello all’inizio della commedia in realtà è già alla chiusura di un cerchio. Egli cerca la novità e anche la speranza nell’acqua vera, non nei nuovi pastori che va a comprare. Lui cercava l’acqua, che scorre, scivola via tra le dita se la afferri senza fermarsi mai, come la vita. La desiderava al punto da inventarsi un enteroclisma nascosto per creare il ruscello sul presepe, perché per lui è quello il vero miracolo in una realtà che intorno a lui sta cambiando.
Uno dei segnali di questo cambiamento è che uno dei Re Magi si rompe e Luca va a ricomprarlo, ma lo trova senza cammello e si accontenta lo stesso.
Questo rappresenta una piccola rottura con il suo mondo dorato, che però là per là egli non coglie. Quel mondo di fantasia, di pastori e pecorelle si sta dileguando, e sparirà quando dovrà fare i conti con la realtà che sta cambiando, con la verità sul matrimonio fallito e mai voluto della figlia, che gli hanno sempre tenuto nascosto.
Di questo mondo concreto, più grigio che dorato, ne sarebbe morto, e Lucariello lo sapeva, perché quando stava iniziando ad affacciarsi alla vita reale, quella mattina del 23 dicembre, lui lo sentiva che sarebbe stato il suo ultimo momento, e che quel freddo, non era soltanto il freddo di Natale.
Natale in casa Cupiello, Salemme degno erede di Eduardo
Eduardo sarebbe stato orgoglioso di questo omaggio, di questa luce nuova più moderna sulla commedia, e di questa interpretazione fatta con il cuore, da una persona straordinaria come Salemme, figlio del suo teatro e dei suoi insegnamenti.
Vincenzo ci ha divertito, ci ha commosso, e lo ha fatto come solo lui sa farlo, con il suo immenso talento, facendo un regalo a noi, ma anche ad Eduardo che nonostante tutto non verrà mai dimenticato, e continuerà a viaggiare di generazione in generazione.
Sono una musicista e sono laureata in culture digitali e della comunicazione, scrivo da sempre e sono stata responsabile di una redazione di musica, di cui scrivo prevalentemente. Scrivo anche di arte, libri, cultura generale, folklore e tradizioni. Sono appassionata anche di storia antica e contemporanea.