Carmen Maria Machado nasce il 3 luglio 1986 in Pennsylvania (U.S.A.) e ad oggi, a soli 34 anni, è una delle scrittrici contemporanee più attive nelle battaglie per i diritti queer e delle donne. Esordisce nel 2013 con Particolarmente esecrabili, una sorta di raccolta delle vittime di Law & Order vagamente analoga a una moderna Antologia di Spoon River narrata invece che in versi liberi.
Ma è nel 2017 che si rivela dando alle stampe Il suo corpo e altre feste. In questa raccolta di racconti, che comprende anche Particolarmente esecrabili, troviamo un nuovo modo di scrivere, che affronta le problematiche della nostra società in modo diretto, crudo e con un linguaggio che spoglia l’immaginazione. I racconti di Carmen Machado ci mostrano quanto una donna forte e consapevole può fare la differenza nel panorama moderno, vediamo come.
Il primo racconto, Il nastro, ci mostra fino a che punto una donna può amare e fino a che punto un uomo può arrivare a essere egoista. Tutto il racconto è disseminato di piccole citazioni di urban legends raccontate dalla protagonista, e la prima che narra è la più significativa: “Una volta ho sentito la storia di una ragazza che aveva chiesto al suo spasimante una cosa così scandalosa che lui era andato a dirlo ai genitori di lei, che l’avevano fatta chiudere in manicomio. Non ho idea di quale piacere perverso avesse preteso, anche se vorrei disperatamente saperlo. Quale magia puoi desiderare così tanto che ti puniscono strappandoti dal mondo?”.
Si tratta di un passo fondamentale, perché per raccontare ciò che scrive Carmen Machado bisogna giustamente parlare anche di sesso. Il motivo? Semplicemente perché fa parte della vita quotidiana della donna e ne fa parte nel medesimo modo in cui fa parte della vita di qualunque altro essere umano. Anche in questo caso le sue descrizioni sono decise ma mai volgari: “Mentre sono piegata sul tavolo della cucina, qualcosa di antico si accende in me, e ricordo il nostro desiderio di un tempo, come lasciavamo tracce d’amore su ogni superficie, come godeva nei miei spazi più oscuri”.
Per Carmen Maria Machado è fondamentale che chiunque possa vivere liberamente la propria sessualità tanto quanto la propria unicità. L’autrice vuole essere sicura di far passare questo messaggio, così il secondo racconto, che titola Inventario, è un vero e proprio elenco di esperienze occasionali della protagonista: “Una ragazzina. Siamo stese vicine sul tappeto ammuffito nel seminterrato” […] “Un ragazzo, una ragazza. Miei amici. In camera mia, sul letto enorme”. Le ambientazioni hanno volutamente un’atmosfera surreale, per permettere a ognuno di sondare il proprio subconscio durante la lettura per chiedergli: riesci a vedere in che società viviamo e quali e quanti sono i punti irrisolti legati all’iniquità che bisognosa affrontare?
Paradossi esagerati come quello che caratterizza Le donne vere hanno un corpo e dove i corpi delle donne, ad un certo punto, senza una reale correlazione fra i casi, iniziano a svanire. ”Donne come quelle del video virale, trasparenti e quasi luminose, come ripensamenti.” […] “Quando si infila dentro il vestito non c’è nessuna resistenza, è come un cubetto di ghiaccio che si scioglie nel caldo estivo. L’ago, seguito da un filo d’oro innocente, luccica quando la madre di Petra lo conficca nella pelle della ragazza, L’ago trafigge anche la stoffa. La ragazza non si scompone”. Ed è in questo modo che fra un racconto e l’altro Carmen Machado ci racconta di rapporti conflittuali fra coppie, fra madre e figlia e con sé stessi.
Per fortuna le sue urgenze non si esauriscono con questa bellissima raccolta e dal 2013 a oggi, oltre a lavorare come scrittrice, lavora anche come saggista e critica pluripremiata (attualmente lavora proprio da una residenza d’artista). Nel 2019 pubblica due importanti lavori: uno come scrittrice, che titola In the dream House. In questo romanzo autobiografico Carmen Machado si racconta e descrive al lettore gli anni di abusi psicologici che si è trovata a vivere e subire dalla sua compagna. Un modo per mostrarci come ogni realtà possa essere fatta di solitudini e traumi e che nulla deve essere dato per scontato. Anche in un rapporto fra donne può esserci violenza.
L’altro progetto, anch’esso del 2019, è una rilettura di Carmilla, di Joseph Sheridan Le Fanu, interamente curata dalla Machado. In questo lavoro la scrittrice porta al lettore il punto di vista di una donna scrittrice. Si tratta di un processo importante poiché la storia è interamente incentrata sul rapporto di amicizia fra Laura e la vampira Carmilla. Laura è isolata dal mondo e non ha nessun coetaneo con il quale relazionarsi; le uniche donne presenti sono le domestiche, e quando improvvisamente Carmilla compare sulla scena per Laura si apre un nuovo mondo. La loro è un’amicizia intensa e intima e Carmilla prova per lei molto di più. Carmen Machado insiste proprio su quanto sia alienante e malsano l’isolamento al quale Laura viene costretta, e sottolinea con forza anche la palese relazione fra Laura e Carmilla. Pone l’accento su questo punto citando il pezzo che, a mio avviso, è il più bello del racconto: “Avvertivo come se due labbra mi baciassero con incontenibile passione fino a condurmi in uno stato di estasi che culminava in un eccesso di voluttà”.
Alla fine Carmen Machado, con le sue osservazioni e il suo modo di scrivere, cerca di dirci di amarci e di farlo in modo sincero, abbandonando l’idea che l’intimità possa essere qualcosa di normato o di decoroso per gli altri, altrimenti non sarebbe intimità.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.