Ci lascia a 84 anni Carla Fracci, la regina della danza mondiale

Erano giorni che i membri del Teatro alla Scala di Milano e le persone a lei vicine non sapevano cosa aspettarsi a causa del veloce peggioramento dello stato di salute di Carla FracciLei, dall’alto della grazia e della riservatezza che l’ha sempre caratterizzata, chiedeva che non si parlasse del suo male. Tutti sapevamo che qualcosa non andava, che qualcosa si stava lentamente spegnendo: Gisele, Cenerentola, Medea, Giulietta, Sylphide.

Carla Fracci ci lascia dopo 84 anni, vissuti quasi tutti sulla punta dei piedi. La leggerezza che portava sul palco e il suo modo di danzare che la rendeva aria corporea avevano in realtà radici molto salde. Infatti, nonostante il suo successo – étoile del Teatro alla Scala di Milano, ha lavorato in tutto il mondo ed è stata definita come “la più grande ballerina del ‘900, nonché regina mondiale della danza per ben 60 anni – Carla Fracci non ha mai perso il contatto con la sua vita di bambina, quando lei era Carolina. Una bambina di campagna, libera di correre e di vivere una vita fatta di esperienze sensoriali e di tempi scanditi dalla vita vera.

Ecco qual è stata la sua forza, non perdersi mai, nonostante gli oltre 200 ruoli interpretati. Chi ha potuto viverla ricorda una donna tanto sinuosa quanto forte, disciplinata e rigorosa, consapevole che il successo è qualcosa che si guadagna solo con un impegno costante, senza perdere mai il focus dalla propria meta. Questa certezza dovuta alle sue umili origini: papà tranviere e mamma operaia.

Tutto il mondo si è fermato per onorarla con un pensiero e importanti parole di cordoglio, ma a noi piace riportare le parole di Mogol, che di lei dice: “Carla Fracci lascia un vuoto incolmabile: la sua figura di donna e di artista rimarrà scolpita per sempre nei nostri occhi e nella memoria del Paese. L’eterna fanciulla danzante, come la definì Eugenio Montale, ci ha insegnato come il talento e la costanza, sostenuti da garbo e grazia, possano rendere un essere umano immortale”.

Eternamente bambina, eternamente principessa, per me eternamente Giselle, è così che la vedo andare verso l’eterno.