Gallimard pubblica “Les soixante-quinze feuillets”, il leggendario manoscritto perduto e ritrovato di Marcel Proust

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Il 18 novembre 1922, a Parigi, ci lasciava Marcel Proust, uno degli scrittori più importanti della Storia a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Un autore che al giorno d’oggi viene ricordato per la sua opera più importante, À la recherche du temps perdu, pubblicata in sette volumi tra il 1913 e il 1927. In occasione del 150esimo anniversario della sua nascita (10 luglio 1871), la storica casa editrice francese Gallimard aveva previsto la pubblicazione di alcuni manoscritti inediti dell’autore parigino, considerati la genesi della Recherche.  

L’opera è stata infatti pubblicata tra marzo e aprile di quest’anno con il titolo Les soixante-quinze feuillets et autres manuscrits inédits (I settantacinque fogli e altri manoscritti inediti) e proviene dalla collezione di autografi di Proust appartenuta all’editore Bernard de Fallois, lasciata in eredità alla Biblioteca Nazionale di Francia dopo la sua morte avvenuta nel 2018. Tali manoscritti, realizzati da Proust all’età di 38 anni, permetterebbero di comprendere a fondo tutta la complessa architettura del colossale romanzo dell’autore francese e riguarderebbero testi scritti tra il 1895 e il 1908, alcuni dei quali presentati nell’edizione critica di Nathalie Mauriac-Dyer, pronipote di Robert Proust, fratello del romanziere.

È un po’ come quando cerchi la fonte del Nilo o della Senna, ti commuovi per quel ruscelletto che scorre sotto una roccia e dal quale sfocerà qualcosa di assolutamente diverso ed immenso.

Queste sono state le parole di Jean-Yves Tadié, biografo di Proust, che ha firmato la prefazione dell’opera.

Si tratta quasi di memorie, di ricordi d’infanzia – continua Tadié – sono la nonna, la zia, con i loro nomi veri. Per esempio, la mamma si chiama Jeanne, come Jeanne Proust.”

Tutti questi elementi vengono sapientemente velati ne Alla ricerca del tempo perduto, ma nei nuovi manoscritti il carattere autobiografico emerge con forza, senza lasciare nessun dubbio agli esperti. Della loro esistenza si sapeva già a partire dal 1954, ma era ignota la loro collocazione precisa, e tale ritrovamento viene celebrato da Tadié alla stregua di una scoperta archeologica di inestimabile valore.

Gli appassionati riconosceranno in questi “fogli” familiarità appartenenti a Dalla parte di Swann, All’ombra delle fanciulle in fiore, La fuggitiva: tutti elementi fondamentali della Recherche. In Italia, la prima traduzione dell’opera è stata realizzata da una ancora ventenne Natalia Ginzburg, la quale ha impiegato ben 8 anni per portare a termine il lavoro. Il primo volume, La Strada di Swann, è uscito per Einaudi nel 1946.