Da generazioni si tramanda di padre in figlio una curiosa leggenda, che nessun paretano credente si stanca mai di ascoltare o di raccontare: si narra che, durante un Lunedì in Albis del XIII secolo, un patrizio aversano giunse nella contrada “della Rotonda” per una battuta di caccia, durante la quale si accorse ad un certo punto di non essere più seguito dal suo cane. Cominciò a chiamarlo e, dopo un po’, lo trovò intento a scavare nel terreno. Il cacciatore non riuscì a distogliere il cane dal suo intento e, incuriosito, pensò di chiamare un contadino di Parete, che stava lavorando poco lontano, per portare a termine l’opera iniziata dal suo cane. Dopo alcuni colpi di zappa dati dal contadino, egli la tolse dal terreno, perché si rese conto di aver colpito qualcosa; i due uomini notarono che essa era intrisa di sangue. Si continuò a scavare fino a quando non apparve dal terreno un quadro in legno con immagini ancora vive: vi era raffigurata una Madonna con in braccio un Bambino dal cui sopracciglio sinistro, graffiato, sgorgava sangue vero.
La notizia si diffuse rapidamente. Si parlò sin da subito di “miracolo” e ci si chiese: una sacra immagine trovata a Parete da un aversano a chi doveva appartenere? I paretani furono costretti a cedere davanti ai diritti di proprietà del nobile aversano e così ci si organizzò per far giungere la Sacra Effige nella città normanna di Aversa, ma non fu semplice. L’Immagine divenne tanto pesante, a tal punto che più uomini non riuscirono a trasportarla. Provarono a metterla con fatica su un carro trainato da una coppia di buoi, che, giunti all’incrocio tra la periferia e il centro abitato di Parete (Capo di Aversa), caddero in ginocchio per il pesante carico e non vollero più proseguire. Anche a questo episodio è stato dato il termine “miracolo”. Tutti i credenti ritennero che Maria SS. volesse rimanere a Parete. Così, un nostro concittadino sollevò il Quadro e, trovandolo molto leggero, si avviò verso il centro di Parete. A ricordo del luogo del ritrovamento e proprio da quel giorno, la Madonna cominciò ad essere venerata nelle nostre terre col titolo “della Rotonda” e sul luogo del ritrovamento fu costruita una piccola cappella.
La sacra immagine di Maria SS. della Rotonda è dipinta su legno di tiglio. La Vergine Maria è vestita “alla greca”, con un manto verde-azzurro e la sottoveste in rosso. Le posa il Divin Figliolo, nudo, disteso sulle ginocchia della Madre mentre a destra c’è San Giovanni Battista, vestito di verde, in atto di preghiera, con una pelliccetta di cammello e stringente la croce tra le braccia. Tutto è su un fondo di tende verde cupo. Diverse sono le ipotesi relative alla databilità dell’opera, ma quelle più concordanti collocano la sua realizzazione in epoca preraffaelita, tra il 1350 e il 1400. Il Bambino addormentato e rilassato sembra richiamare il corpo esamine del Cristo deposto dalla Croce. Questa immagine riassume in sé due momenti fondamentali della storia della salvezza: la Natività e la Morte redentrice. Comprotettrice dei paretani, Maria SS della Rotonda è stata incoronata il 5 aprile 1920 dal Cardinale Oreste Giorgi.
Soltanto alla scorsa settimana risale un’interessantissima scoperta: il Comitato Festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Rotonda è riuscito a recuperare un’antica incisione risalente al 1579 e raffigurante la Sacra Effige della Vergine custodita nella Chiesa San Pietro Apostolo. L’immagine era su una piattaforma di aste online per l’acquisto e la vendita di oggetti da collezione e apparteneva ad un collezionista privato belga, che la aveva ricevuta dall’amico, un mercante d’arte antica molto conosciuto: Albert Van Loock, morto nel 2011. In seguito alla segnalazione di un nostro concittadino della vendita dell’incisione, il Comitato Festeggiamenti è riuscito ad aggiudicarsi l’asta al costo di poco più di cinquecento euro. Il disegno, eseguito con la tecnica dell’incisione, è grande 25,1 cm x 19,0 cm e rappresenta la Vergine, che noi conosciamo, con il bambino Gesù addormentato e San Giovanni, inseriti in una cornice ornamentale di matrice rinascimentale nordica, fatta di fiori, frutta e uccelli e ispirata ai maestri italiani. L’autore è sconosciuto, ma lo stile rimanda a quello dei maestri incisori della scuola fiamminga del XVI secolo. Dunque, è probabile che l’incisione appartenga a uno dei seguenti artisti: Adriaen Collaert, Hiëronymous Wierix o Sadeler. I pittori incisori fiamminghi, visitavano spesso l’Italia per perfezionare la loro arte, rappresentando spesso immagini sacre. In basso è possibile leggere l’invocazione latina: SALVE PARVE PUER, SALVER VIRGINCULA MATER. TER FOELIX MATER, TER VENERANDE PUER (Salve, o Fanciullo Bambino. Salve, o Vergine Madre. O felicissima Madre, o veneratissimo Bambino).
Questa testimonianza artistica rafforza la storia e la fede legate al culto della Vergine paretana. Un ritrovamento che conferma ciò che era già emerso dall’ultimo restauro del quadro di Maria SS della Rotonda effettuato da NOVA ARS, Conservazione e Restauro Beni Culturali nel 2018: la datazione del quadro, collocata tra il 1400 ed il 1499, la posizione delle braccia e delle mani di Gesù bambino, modificata nel corso degli anni; il tendaggio dietro l’effige, che era stato coperto in precedenza.
Un’opera di grande valore e, secondo gli esperti, conservata in ottimo stato. Il venditore belga è stato informato di questa travolgente e affascinante storia. Si è mostrato molto entusiasta ed ha affermato che l’incisione è finalmente lì dove sarebbe dovuta essere e ciò lo rende davvero felice.
Laureata in Lettere e in Filologia Moderna, nasce a Napoli il 10/09/1989 e vive a Parete, in provincia di Caserta. Sposata, madre di Michele e spesso dedita con passione all’arte culinaria. Docente presso un istituto d’istruzione superiore e giornalista pubblicista, iscritta all’albo dal 28 gennaio 2019, nutre una certa passione per la scrittura prosastica e poetica. Come l’araba fenice costituisce il suo esordio narrativo.