Fonte foto: Georgia Straight
Il 21 aprile di 8 anni fa, ci lasciava Prince Roger Nelson, meglio conosciuto come Prince.
Cantante, autore, arrangiatore, produttore, polistrumentista, è stato uno degli artisti più influenti degli ultimi decenni. Nato a Minneapolis il 7 giugno 1958 da una famiglia di musicisti, la madre era una cantante jazz, il padre, pianista e compositore, suonava in un gruppo, i Prince Rogers Trio: in onore di quella band i genitori gli diedero – appunto – il nome Prince Rogers.
Fin da piccolo dimostrò una forte inclinazione per la musica, il padre, da buon musicista, lo incoraggiava a coltivare quel talento; si dice che compose la sua prima canzone a sette anni, Funk machine era il titolo. I risultati non si fecero attendere, infatti, nel 1978 usci For you, il suo primo album, interamente scritto, suonato e prodotto dal Genio di Minneapolis: la strada verso il successo era già segnata. Nella sua lunghissima carriera, ha prodotto una quarantina di album, vendendo oltre cento milioni di dischi.
Qualche titolo? Certo, anche se sarebbe riduttivo, vista l’enorme produzione sfornata nella sua carriera artistica: Controversy (1981), 1999 (1982), Parade (1986), Sign o’ the times (1987), Diamond and Pearls (1991), The Black Album (1994).
Il 1984 è stato l’anno della sua consacrazione, infatti Purple rain, il disco più famoso, ha venduto oltre venti milioni di copie, ha ottenuto tredici dischi di platino e ha visto l’Oscar come migliore colonna sonora dell’omonimo film, da lui stesso interpretato. Ah, dimenticavo…è al 15° posto nella classifica dei dischi più venduti di sempre.
Un artista versatile
Non c’è una definizione precisa per la sua musica. Le sue produzioni, infatti, abbracciano diversi generi: dal pop, al rock al soul, alla psichedelica. Incline alla contaminazione, dal momento che per lui la musica non doveva avere barriere.
Concerti
I suoi concerti erano sontuosi, spettacolari, trasgressivi, erano un felice connubio di musica, scenografie e coreografie, degne di un musical di Brodway; capitava spesso di ritrovarlo – dopo gli show ufficiali – in un locale nei paraggi, a esibirsi con la band del luogo. Si circondava di musicisti di alto livello, selezionati dallo stesso Prince, non a caso era anche uno scopritore di talenti, come Wendy and Lisa, Alexander o’Neal, Sheena Easton, Apollonia, Sheila Escovedo.
Le battaglie contro la Warner
Musicista irrequieto e dalla creatività torrenziale, Prince ha spesso alternato successi e cadute. Incapace di accettare compromessi, è stato protagonista di una lunga battaglia con le major discografiche (la Warner, nel suo caso, con la quale aveva firmato un contratto da 100 milioni di dollari) per rivendicare la sua libertà di scelta artistica. Nel mezzo della sua lunga disputa legale, Prince cambiò più volte il suo nome, senza mai smettere di produrre musica; qualche esempio? The Symbol, The Artist, The Artist formerly known as Prince ovvero Tafkap, per un periodo si è presentato con la scritta slave sulla faccia.
Prince e Internet
Fu anche una delle prime star a veicolare i suoi dischi attraverso internet ed è stato uno dei primi a vendere la sua musica online, fino a decidere, però, nel luglio del 2015, di togliere tutte le sue canzoni da piattaforme popolari come Spotify e Apple Music, restando solo su Tidal, lanciata dal rapper e produttore Jay Z.
Passione irrefrenabile
La sua passione per la musica era ai limiti della bulimia. Ha sempre composto, arrangiato e suonato tutte le musiche dei suoi dischi, spesso passando da uno strumento all’altro. Ha pubblicato centinaia di canzoni, scrivendo anche successi prestati ad altri come Manic monday delle Bangles e, soprattutto, Nothing compares to you, che ha regalato la fama mondiale a Sinead O’Connor. La leggenda racconta che, pur avendo collezionato un gran numero di dischi doppi e tripli, ci sia ancora nel cassetto un immenso archivio di canzoni mai pubblicate.
Curiosità
Le sue tormentate storie d’amore erano parte del suo mito. Dopo Vanity, Apollonia, Kim Basinger, Sheena Easton, Mayte Garcia (da cui ha avuto un figlio nel 1996: ma il piccolo morì pochi giorni dopo), Prince aveva sposato l’italo canadese Manuela Testolini, da cui aveva divorziato qualche anno dopo.
Prince era un personaggio schivo, sia con i media che con gli stessi colleghi. Un esempio su tutti: la sua mancata presenza alla registrazioni di We are the world, dove erano presenti tutte le star americane dell’epoca.
Incassò i complimenti di uno dei più grandi geni della musica del Novecento: Miles Davis, che lo paragonò addirittura a Duke Ellington. Il trombettista era notoriamente avaro di complimenti e non è un caso che nella sua ridottissima lista di preferiti ci fossero Jimi Hendrix e Sly Stone, due artisti legati a doppio filo all’immenso musicista di Minneapolis.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.