La Treccani sotto accusa: definizione di “donna” misogina e sessista

LOxford Dictionary ha recentemente deciso di eliminare alla voce “woman” i sinonimi dispregiativi come “bitch” e “baggage”. Il famoso dizionario estero redatto dalla Oxford University Press, infatti, aveva tra le sue definizioni una serie di insulti ed epiteti non aderenti alla realtà, che hanno fatto storcere il naso a molti. Tra questi, c’è l’italiana Maria Beatrice Giovanardi che, indignata, ha deciso di lanciare una petizione sulla piattaforma Change.org, ricevendo in poche ore il sostegno di migliaia di personeL’Oxford dictionary ha incassato il colpo e ha deciso di modificare alcuni dei termini dispregiativi utilizzati, aggiungendo tra l’altro alcune precisazioni importanti per la comunità LGBTQIA+. È stato precisato, ad esempio, che una persona di sesso femminile può essere definita “moglie” anche relativamente a un’altra donna.

In Italia

Nel nostro Paese, la versione on-line del dizionario Treccani, alla parola “donna”, tra le altre definizioni, indica:

“Donna /’dɔn:a/ s. f. [lat. dŏmĭna “signora, padrona”, lat. volg. domna]. Essere umano adulto di sesso femminile. Espressioni: eufem., buona donna, donna da marciapiede (o di malaffare o di strada o di vita o, eufem., di facili costumi). Donna di casa, casalinga, massaia; […] buona donna, donna da marciapiede (o di malaffare o di strada o di vita o, eufem., di facili costumi) [donna che esercita la prostituzione o che è giudicata simile alle prostitute, anche come epiteto ingiurioso].”

Tra i sinonimi, invece, troviamo “buona donna”, “puttana”, “cagna”, “serva”. Espressioni offensive e dispregiative che rafforzano stereotipi negativi e misogini. Contemporaneamente, lo stesso dizionario alla voce “uomo” non utilizza termini ugualmente negativi e gli esempi sono concretamente più numerosi e meno giudicanti. Ciò rivela, di fatto, la disparità di trattamento e la conseguente discriminazione.

Le proteste

Ciò ha portato più di cento persone alla decisione di realizzare una lettera aperta indirizzata all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.a. Tra i firmatari, troviamo Laura Boldini, Michela Murgia, Imma Battaglia e la stessa Giovanardi, già attivista fuori nazione. Preso atto che i vocabolari, i dizionari e le enciclopedie sono strumenti educativi di riferimento, che si trovano in ambiti come la scuola e le biblioteche, nel documento vengono avanzate alcune richieste:

– Che si eliminino tutti i vocaboli espressamente ingiuriosi riferiti alla donna limitandosi a lasciare sotto la lettera iniziale di riferimento;

– Che vengano inserite espressioni che rappresentano in modo completo e aderente alla realtà di oggi il ruolo delle donne nella società;

Contrariamente al dizionario estero, la Treccani ha deciso di controbattere, integrando questa dicitura:

“In numerose espressioni consolidate nell’uso si riflette un marchio misogino che, attraverso la lingua, una cultura plurisecolare maschilista, penetrata nel senso comune, ha impresso sulla concezione della donna. Il dizionario, registrando, a scopo di documentazione, anche tali forme ed espressioni, in quanto circolanti nella lingua parlata odierna o attestate nella tradizione letteraria, ne sottolinea sempre, congiuntamente, la caratterizzazione negativa o offensiva.”

La definizione appare più che altro come una toppa cucita male e la discussione resta ovviamente aperta.