Fonte foto: fondazioneprada.org
Who the Bær è un* ors* di cui non si conosce il genere, ma nemmeno la storia e il carattere. Who sa solo di essere un’immagine e cerca di definire sé stess* in un mondo fatto di altre immagini. Un mondo online, visuale, anche piatto, ma che offre molteplici possibilità. Who è completamente liber*. Di trasformarsi, di adattarsi, di assumere altre identità. Who può essere quello che vuole essere, ma potrebbe anche non essere in grado di diventare niente più che una semplice immagine.
Who the Bær è un accattivante personaggio dei cartoni animati che vive nel mondo fantastico creato da Simon Fujiwara per il progetto site-specific allestito al piano terra del Podium nella sede milanese di Fondazione Prada. La mostra verrà inaugurata il 2 marzo 2021 e sarà visitabile fino al 27 settembre 2021, dal martedì al venerdì dalle 14 alle 20. La Fondazione Prada riapre in grande stile i battenti ai visitatori (lombardi, per ora), con l’atmosfera magica e surreale che la contraddistingue.
Con la mostra Who the Bær, Fujiwara racconta ai visitatori una favola postmoderna, che è anche un percorso di formazione tra eventi felici e traumatici. Le avventure fantastiche di Who sono esposte in un labirinto fatto di cartone e materiali riciclabili, con elementi creati a mano. La pianta dell’installazione riproduce la forma di un* ors* e racconta la storia di Who, dalla sua nascita come segno grafico per proseguire con gli avvenimenti della sua esistenza, fatti di disegni, sculture, collage, animazioni, alla ricerca della propria autenticità.
La mostra è corredata da una pubblicazione per la collana Quaderni di Fondazione Prada, che risulta in una sorta di libro di favole illustrato. I biglietti per la mostra sono disponibili sul sito della Fondazione Prada, con selezione della la fascia oraria di accesso per garantire sicurezza ai visitatori. Per chi invece non può visitare la Fondazione Prada ma vorrebbe comunque conoscere Who, le sue avventure proseguono sull’account Instagram ufficiale @whothebaer.
L’artista anglo-giapponese Fujiwara, insieme alla sua creatura Who, esplora i piaceri e i traumi di una società posseduta dalle immagini e dallo spettacolo. Per le sue opere, l’artista utilizza i meccanismi l’invenzione, ispirandosi sia alla tradizione fiabesca che ai film d’animazione. I suoi lavori da sempre sono un’indagine dei desideri umani che spingono al quotidiano consumo di cultura e edutainment, che risultano sia attraenti che inquietanti. Ne sono esempi anche altre opere recenti quali Hope House, una ricostruzione in scala reale della casa di Anna Frank, e Empathy I, parco tematico sul mondo YouTube, da cui traspare l’indagine di Fujiwara con risvolti talvolta angoscianti.
Eterna indecisa e vagabonda, mi sono laureata in Lingue e poi in Economia, studiando tra Italia, Spagna e Francia. Ora divido le mie energie tra il lavoro in ambito export, Hermes Magazine e il mio blog The Worldwide Journal. Oltre a scrivere e organizzare compulsivamente viaggi e gite, leggo parecchio. Ho un debole per i soffitti affrescati, l’est del mondo e i cactus.