Le opere d’arte, si sa, sono veramente tantissime. Tra quadri, sculture e i numerosissimi artisti che ci sono, italiani e non, è davvero impossibile conoscerle realmente tutte quante. Tuttavia quelle che si riesce a ricordare con più facilità e con maggior piacere, sono decisamente quelle che sanno fare la differenza. E la differenza, inutile dirlo, la fanno sempre i dettagli. Sono proprio questi ultimi a colpirci e a farci restare senza parole, nel bene e nel male. Rendendo ciò che stiamo guardando realmente indimenticabile. E quali sono i dettagli migliori nelle opere d’arte?
Sceglierne qualcuno in particolare escludendone altri è davvero molto difficile. In questo articolo ne troverete cinque tra i più belli, ma ciò non significa che non ce ne siano molti altri. Tutt’altro. Vuole però essere un omaggio a quelle opere d’arte che meritano di essere viste almeno una volta nella vita. Perché vederle attraverso uno schermo affascina indubbiamente, ma da vicino emozionano incredibilmente. Ci si perde ad osservarle, perdendo letteralmente la cognizione del tempo e dello spazio. Chi non ha mai provato queste sensazioni, facenti parte della cosiddetta sindrome di Stendhal?
Vediamo quindi quali sono cinque dei dettagli più belli delle opere d’arte, tra sculture e quadri.
La mano che afferra nel Ratto di Proserpina
Iniziamo con una meravigliosa scultura di Gian Lorenzo Bernini ed esposta a Roma, nella Galleria Borghese. Creata tra 1621 e il 1622, è stata realizzata con il marmo di Carrara e tra i vari dettagli che la contraddistinguono è pressoché impossibile non notare la mano di Plutone che afferra la coscia di Proserpina. Un effetto talmente realistico da far sembrare la statua praticamente viva.
Fonte foto: arteopereartisti.it
Lo sguardo misterioso della Gioconda
Passiamo adesso ad uno dei quadri più famosi al mondo. Se non il più famoso, a dire il vero. Chi non ha mai visto infatti la famosissima Gioconda dipinta da Leonardo Da Vinci? Esposta al Museo del Louvre a Parigi dove ogni anno riceve migliaia di visite provenienti da tutto il mondo, è stata creata tra il 1503 e il 1506. La sua caratteristica principale è indubbiamente il suo sguardo misterioso, che sembra quasi ti stia seguendo quando la osservi. Il famoso “effetto Monna Lisa”, per la precisione.
Fonte foto: gedistatic.it
L’abbraccio nel Fregio di Beethoven
Gustav Klimt creò questa opera chiamata Fregio di Beethoven nel 1902, ispirato dalla Nona Sinfonia. Si tratta di un dipinto della lunghezza di ben 34 metri, che rappresenta la storia del percorso che affronterà il cavaliere per raggiungere la pace, dopo diverse difficoltà, tra creature mostruose e ostacoli di varia natura. Ed è proprio la parte finale dell’opera a colpire più di tutto. L’abbraccio con la donna amata, che ha lo scopo ultimo di suscitare speranza in chi lo osserva, spingendolo a non arrendersi davanti alle difficoltà della vita. Potete trovare questo meraviglioso dipinto nel Palazzo della Secessione a Vienna.
Fonte foto: cleanpng.com
Il Cristo Velato
Scegliere un particolare preciso in questo caso è pressoché impossibile. E ve ne accorgerete se vi recherete presso la Cappella Sansevero a Napoli ad ammirarlo. Sto parlando del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, realizzata nel 1753 in marmo. Rappresenta Cristo ricoperto da un velo che aderisce perfettamente al suo corpo. E ciò che più sorprende è proprio il fatto che quel velo sembri esserci per davvero.
Fonte foto: analisidellopera.it
Il contrasto del Love
Concludiamo questo articolo con un’opera d’arte recente. Creata da Alexander Milov nel 2015 con del filo metallico, si chiama Love e si trova nel Deserto del Nevada. Ciò che colpisce e commuove è il suo significato contrastante. Essa rappresenta infatti due adulti accovacciati schiena contro schiena che non vogliono rivolgersi la parola con, al loro interno, il loro bambino interiore che si cerca e vuole tornare a riabbracciare l’altro. Una perfetta sintesi di come troppo spesso da adulti si preferisca ascoltare il proprio orgoglio, anziché lasciar vincere l’amore.
Fonte foto: keblog.it
E per voi quali sono i dettagli migliori delle opere d’arte? Fatecelo sapere e nel frattempo non fatevi sfuggire quelle qui sopra elencate.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.