Genio assoluto, carattere ribelle e collerico e una breve vita davvero spericolata e fuggiasca. Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) rappresenta nell’immaginario collettivo la figura dell’artista per eccellenza.
La fuga da Roma per la condanna a morte a causa di un omicidio commesso durante una rissa, il rifugio prima a Napoli, dove rimase un anno protetto dalla famiglia Colonna, e successivamente a Malta presso i Cavalieri dell’Ordine che lo accolsero nei loro ranghi con la carica di “Cavaliere di grazia”. Ma anche qui la sua indole iraconda ebbe la meglio, e dopo un furioso litigio fu imprigionato nel carcere di Sant’Angelo a Birgu, da dove riuscì a evadere per approdare poi in Sicilia. Prima a Siracusa, poi a Messina e dopo di nuovo a Napoli dove fu ferito in un agguato. Sempre cercando di ottenere il perdono da parte del Papa e poter così tornare a Roma.
Recentemente in un ossario a Porto Ercole un team di ricercatori ha ritrovato le spoglie del grande pittore. Là dove in preda alle febbri di una setticemia causata dalla ferita dell’aggressione napoletana e cercando invano di raggiungere la nave su cui si era imbarcato con molte delle sue opere, trovò tragicamente la morte. Proprio mentre, sorte beffarda, il Pontefice romano Paolo V gli stava per concedere la grazia.
Ma se nella sua inquieta vita fu molto stimato e ammirato nella Roma papalina e dall’elite internazionale, dopo la sua morte venne curiosamente dimenticato, per essere poi riscoperto in tutto il suo valore solo nel XX secolo.
La sua pittura ha plasmato la storia del successivo sentimento Barocco, proponendo soluzioni innovative per l’epoca. La costruzione scenica, la propensione per la realtà e l’interpretazione della dimensione umana in quanto tale, che gli causò molte critiche e alcuni rifiuti delle sue opere, e il sapiente saper soggiogare le proprietà della luce, gli hanno fatto ben meritare oggi la considerazione come uno dei migliori e più celebri rappresentanti dell’arte occidentale di tutti i tempi.

Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.