Fonte foto: Illustrazione realizzata da Pietro Antonazzi per la locandina della mostra
“Sono la paladina della legge, una combattente che veste alla marinara, io sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti in nome della luna.”
Se chiedete ad una ragazza di trent’anni di chi era questo motto, state pur certi che ce ne saranno veramente poche che non vi sapranno rispondere. Queste parole appartenevano a Sailor Moon, che è stata l’eroina che ha fatto sognare un’intera generazione, con il suo “Potere del cristallo di Luna vieni a me!”, sconfiggendo il male, in un cartone animato ormai diventato leggendario. Da allora sono passati venticinque anni, da quando Bunny per la prima volta, ha dovuto affrontare il suo destino affiancata dalla gatta Luna, nel diventare la principale guerriera Sailor, prima come manga e poi sul grande schermo televisivo. Sailor Moon, insieme alle sue compagne di viaggio, è stata un grande esempio di forza, genuinità, fantasia, magia e tutto quello che può dare un cartone realizzato come è stato adattato Sailor Moon, in mondo di supereroi quasi totalmente maschili. Così, il Museo di Torino dedicato al fantastico e alla fantascienza, ha deciso di inaugurare una mostra da sabato 19 settembre, per celebrare questi venticinque anni, che sono restati ben impressi nella mente delle bimbe figlie dei primi anni 90. Sailor Moon nasce dalla matita di Naoko Takeuchi, intitolato “Pretty Guardian Sailor Moon”.
Un’esposizione di giocattoli, gadget, merchandising, tra oggetti magici, bambole e materiale scolastico per ricordare non solo il ruolo goliardico della paladina della luna, ma anche l’importanza simbolica, che la stessa ha avuto per la comunità LGBT e per l’espansione di un ideale femminista che non vede più la donna come pulzella da salvare, ma come colei che oltre a salvare se stessa salva anche il mondo intero. Non solo, Sailor Moon è stata anche identificata come icona gay a tutti gli effetti, anche se molti contenuti, a noi purtroppo sono arrivati censurati. O non sono stati proprio mandati in onda. Il cartone, andato in onda per la prima volta in Italia a febbraio del 1995 sulle reti mediaset, ha avuto un grandissimo successo, diventando uno dei più grandi, se non il più grande ritorno dell’animazione anime giapponese sulla nostra penisola.
Non è la prima volta che a Torino si parla di Sailor Moon, infatti a Febbraio, qualche mese prima del lockdown sempre al Mufant è stata inaugurata una statua, dedicata alla stessa, sia per riqualificare lo spazio adiacente al Mufant insieme ad altre statue a tema fantascientifico, sia per dare un messaggio a coloro che si apprestano, anche oggi a visitare il museo. Perché, in fonda Bunny (alias Sailor Moon), con le sue compagne d’avventura Sailor Mercury, Sailor Mars, Sailor Jupiter e Sailor Venus, è forse la più adatta fra tutte le eroine dei nostri anni a rappresentare a quello che i tedeschi chiamano “zeitgeist”, lo spirito del tempo. L’eroina è una vera progressista del girl power che sarebbe esploso di lì a poco in Occidente negli anni avvenire alla sua comparsa, (basti pensare alla serie tv come quella della cacciatrice di vampiri Buffy.)
Insomma una mostra che raccoglie scettri lunari, vestitini alla marinara, medaglioni a cuore e gadgets di vario genere. Perché in quegli anni poco importava se non erano feste comandate come Carnevale o Halloween ogni occasione era buona per essere Sailor Moon. Un evento curato ed ideato da Nino Giordano e Leone Locatelli che si incastra nel nuovissimo “Loving The Alien Fest“, una rassegna di tre giorni, ricca di incontri, presentazioni ed eventi dedicati al tema del Fantastico alla fantascienza al fantasy e anche all’horror.
Se siete degli appassionati, o delle nostalgiche di Sailor Moon non potete assolutamente mancare!
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.