Chiunque viva fra le strade della provincia tra la bassa bergamasca e la bassa bresciana, per un breve periodo o da sempre, conosce bene la vitalità culturale che spesso viene messa da parte di fronte alla grandezza sociale delle grandi città. Zone che spesso vengono definite “ai margini” della regione. Posti di campagna, fatti di lavoro e contadini, che non sempre sono riconosciute dalle grandi metropoli e vengono erroneamente giudicate male da chi vive nelle grandi città. Eppure, abbiate fede, non è sempre così. Definizioni che, se nelle parole di qualcuno possono essere intrise di un pregiudizio alquanto superficiale, per altri, soprattutto per quei paesani orgogliosi del proprio territorio, assumono invece una straordinaria e importante vitalità, volta a trasformare il pensiero collettivo, riconoscendo e riconoscendosi parte integrante di quel piccolo luogo che, nella dimenticanza del centro e del discorso maggioritario cittadino, si concede di uscire fuori dai canoni in cui viene purtroppo riconosciuto e delimitato dalla maggior parte degli ignoranti. Canoni che però non gli appartengono, perché dietro a quella facciata di campi, letame e bar fuori dalla piazzetta della chiesa, esiste una vera e propria rivoluzione di tipo culturale, nella quale comune e cittadino credono parecchio.
Ne sono pienamente consapevoli i sostenitori dell’iniziativa per la Rassegna della Microeditoria, che dal 2003 è un appuntamento annuale importantissimo per la cittadina di Chiari, che conta quasi ventimila abitanti e si trova in provincia di Brescia. Ritenuto un appuntamento centrale per tutti quei piccoli e medi editori che spesso faticano a trovare spazio nelle grosse fiere del libro ambientate nelle grandi città, e invece qui trovano una variante scelta di possibilità per valorizzare le proprie pubblicazioni, a partire dall’incontro con il pubblico e con i lettori fino al mercato vero e proprio della vendita. Mercato che però in questo ultimo anno, con la pandemia ha, come ogni settore, subito pesanti e gravi conseguenze. Ma è proprio sul finire di questo anno tutto da dimenticare che è arrivata nel mese di ottobre una notizia davvero inaspettata, un piccolo bagliore che ha donato un po’ di respiro e luce al mondo delle parole: Chiari infatti è stata proclamata “Capitale italiana del libro” del 2020. Tutto ciò è stato estremamente voluto dal Consiglio dei Ministri che ha approvato questa importantissima proposta fatta dal Ministro per i Beni e per le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, che ha premiato con un finanziamento di 500.000 euro un territorio che è stato tra i più colpiti dall’epidemia di Covid-19.
Daniela Mena, direttrice artistica sin dalla prima edizione, racconta così ai giornali locali il suo stupore e la grande emozione provata in quel momento: «Leggere la notizia è stato come aprire l’argine di un fiume, non ho mai pianto di gioia come quel giorno. È un riconoscimento che arriva dopo 18 anni di soddisfazioni ma anche di fatica, di incertezze, fatti di momenti belli ma anche di momenti in cui ho pensato di mollare tutto, perché lavorare con l’editoria in un territorio periferico non è sempre facile». Nel mese successivo a questo bellissimo annuncio, del quale la cittadina clarense va fiera, è stato possibile vivere due giorni intensi tra il 13 e il 15 novembre, dove la Rassegna della Microeditoria ha portato alla luce un tema a stampo quasi filosofico che recitava così: «Madreterra: ognuno è ciò di cui si prende cura». Un’edizione che ha visto la possibilità di utilizzo di strumenti e modalità di fruizione degli utenti differenti da quelle a cui erano stati abituati, come lo streaming e tutto cio che potesse stare alle regole del distanziamento sociale per il Covid-19, ma anche ricca di suggestioni e sfide che, a Chiari, da qualche anno ormai non spaventano più, anche grazie a questa mano tesa in aiuto da parte del Governo Italiano.
In questi ultimi giorni, restando sempre in tema culturale, sul territorio clarense è trapelata una bellissima notizia, che vede la ridente cittadina della bassa bresciana anche protagonista attiva e integrante nella celebrazione dei 700 anni dalla morte del sommo Alighieri. Vi ricordate dell’artistita Lucilla Giagnoni, che da domenica 21 febbraio, sul canale Rai 5, ha messo in scena i Canti danteschi? Ecco, la conclusione del suo meraviglioso percorso sarà messa in scena nella Sala “Respossi“, proprio nella Pinacoteca di Chiari, in occasione di Chiari capitale del libro. Il paese ospiterà la conclusione di questo viaggio nella data definita dagli studiosi come “Dantedì“, il giorno in cui il poeta nel 1300 avrebbe iniziato il suo viaggio nell’Oltretomba. Tutti incollati agli schermi, allora, il 25 marzo alle ore 20.30. Il tutto verrà messo in onda da “Teletutto“. Un appuntamento da non perdere, non solo per gli orgogliosi paesani ma per tutta l’Italia. Che meraviglia la cultura di provincia!
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.