“Come l’araba fenice” di Rosanna Falco – Recensione

L’autrice

Rosanna Falco è un’insegnante che vive e lavora a Parete, in provincia di Caserta. Laureata in Filologia moderna, nutre da sempre una profonda passione per la scrittura e la poesia. L’amore per la letteratura l’ha portata alla stesura di Come l’araba fenice, il suo primo romanzo.

L’opera

Al centro del racconto troviamo Marisha Destru, una giovane donna moldava impegnata, insieme alla sua famiglia di origine, nella lotta contro il regime che opprime la sua Nazione dal 1944. A causa dei forti ideali democratici, i genitori e i fratelli della protagonista vengono uccisi, lasciandola così sola. Messa alle strette, Marisha intraprende un burrascoso viaggio per fuggire dalla realtà drammatica della sua terra. Nonostante sia costretta ad affrontare diverse peripezie, la fortuna l’assiste e riesce abilmente a districarsi nelle situazioni più disparate. Durante la sua avventura, incontra Pavel Ojog e se ne innamora. Apparentemente, la storia sembra volgere verso il classico lieto fine ma, proseguendo nella lettura, ci troveremo ancora di fronte a episodi pieni di passione e verremo ammaliati dai ricchi colpi di scena.

Il contesto

Il romanzo è ambientato in Moldavia nel periodo dell’occupazione da parte dell’URSS. Dal 1944 al 1991, infatti, il Paese venne trasformato in una Repubblica Socialista Sovietica, subendo le repressioni e le violenze del Partito Comunista. Gli oppositori politici e i manifestanti venivano catturati, torturati e barbaramente uccisi. Ciò comportò, nel tempo, la fuga e la ribellione di migliaia di cittadini perseguitati in quanto difensori del libero pensiero e della democrazia.

In conclusione

Come l’araba fenice è quindi un romanzo storico, e conta circa 130 pagine. Lo stile utilizzato ricorda vagamente quello del flusso di coscienza e, attraverso le parole della scrittrice, ci permette di provare empatia per la protagonista del testo e ci catapulta nel suo mondo, fatto di forti emozioni e sentimenti contrastanti.