Il volto verde

“Il volto verde”: continua il nostro viaggio nel mondo dell’occulto

Come mai se il romanzo di maggior successo di Gustav Meyrink è Il Golem parliamo de Il volto verde? La verità vera è che in questo approfondimento dedicato al romanzo esoterico potremmo prendere qualunque romanzo di Gustav Meyrink e trarne insegnamenti, riflessioni e spunti di partenza per approfondire determinate tematiche e che quindi scegliere Il volto verde non è che una scelta arbitraria dettata dal fatto che il protagonista ha molti punti in comune con l’autore.

Il Maestro del fantastico esoterico

Non credo servano altri preamboli per capire che, anche in questo caso, l’alto carico di insegnamenti presenti nei romanzi di Gustav Meyrink dipende dalla vita e dalle passioni dell’autore. Meyrink nasce a Vienna nel 1868, il suo nome di battesimo è Gustav Meyer, studia a Monaco e a Praga. Cresce con la nonna materna e la sua prima parte di vita non presenta alcuna peculiarità che lo porti ad apprezzare il viverla. Così, nel 1891 accarezza l’idea del suicidio e a salvarlo è proprio un opuscolo informativo che tratta occultismo, spiritismo e stregoneria. La vita di Gustav Meyer rinasce in questo momento e affronta il fallimento della piccola banca che gestisce dal 1889 al 1902 come una nuova opportunità e inizia a scrivere firmandosi Gustav Meyrink. Da questo momento in poi si butta a capofitto nelle letture che trattano di occultismo e magia, ne frequenta i circoli e, come spesso accade per chi si approccia con tanta foga a qualcosa, rimane deluso da alcune personalità lungo il cammino. Le delusioni gli permettono di acquisire velocemente la disillusione e la capacità di separare le cialtronate da tutto il resto. Riversa tutto il suo sapere occulto nei romanzi meritandosi così la nomea di Maestro del fantastico esoterico

Il volto verde

Si tratta del secondo romanzo scritto da Meyrink e vede la pubblicazione nel 1917, in Italia arriverà solo nel 1931. Il romanzo parla del viaggio in Olanda di tale Hauberrisser. La storia si apre con il protagonista che entra nella Bottega Delle Meraviglie di Chidher Grun. Il protagonista varca la soglia un po’ per noia e un po’ per curiosità ed è con questa inconsapevolezza che inizia il suo viaggio verso il risveglio spirituale. In questo cammino tortuoso e fortemente allegorico il protagonista vede sempre ripresentarsi il nome Chidher Grun. Lungo le pagine del romanzo, Hauberrisser accarezza l’idea del suicidio, incontra personalità dubbie e continua la sua ricerca. Già, è proprio come sembra: Meyrink e Hauberrisser si somigliano davvero molto.

Il volto verde

Il desiderio di Hauberrisser

“Ne ho abbastanza di recitare sempre la solita solfa culturale: prima la pace per preparare la guerra, poi la guerra per riconquistare la pace e così via; […] voglio vedere davanti a me una nuova terra inesplorata… E conoscere un nuovo stupore, simile a quello che proverebbe un neonato ritrovandosi improvvisamente adulto… Perché voglio essere un punto a fine e non restare virgola in eterno. Rinuncio all’eredità spirituale dei miei antenati in favore dello Stato, e preferisco imparare a guardare vecchie forme con occhi nuovi piuttosto che forme nuove con occhi vecchi. […] Raggiungere il sorriso eterno è più difficile che scovare fra le migliaia di tombe su questa terra il teschio portato sulle spalle in una precedente vita; l’uomo dovrà aver pianto tutte le sue vecchie lacrime prima di poter osservare il mondo con occhi nuovi sorridendo.”

Per raggiungere il sorriso del quale parla è essenziale imparare a capire quali persone tenere in considerazione nel proprio cammino, lasciare andare tutto ciò e tutti coloro che non arricchiscono la vita della possibilità di evolvere verso il sorriso eterno. Più che i beni materiali, ciò che c’è da lasciare andare è quella serie di meccanismi sociali che legano le persone attraverso l’ego. Nel libro i mentori da seguire in questo cammino sono due: Childher e Swammerdam.

Chidher

Si tratta di colui dal quale prende il nome la Bottega delle Meraviglie, il nome che torna fino alla fine solo per confermare quella sensazione che si ha fin dal principio. Suo è il volto che dà il titolo al romanzo, ma lui è anche il melo che alla fine del romanzo rimane saldo al terreno. Un personaggio lapidario forgiato dal tempo:

“Io sono colui che affissa lo sguardo al basso e all’alto; il pianto l’ho scordato, ma non ho ancora imparato a sorridere.”

Swammerdam

Chidher non è l’unica persona ad essere costruita su una simbologia complessa, Swammerdam è strutturato in modo molto simile. Chidher sembra rappresentare l’immutabilità, Swammerdam è senza dubbio il suo opposto:

“Si diceva che in seguito a una condotta di vita adamantina avesse acquisito in questo campo il dono della veggenza […] lo ricordo da sempre con la finanziera nera, il gilet che lasciava indovinare la forma circolare di un retino per farfalle tenuto fra le scapole, e l’estremità del manico verde che spuntava dalle falde della giacca. non gli vidi mai indosso un vero colletto, ma usava la cimosa ripiegata di una vecchia carta geografica di lino; il motivo lo scoprii il giorno in cui gli feci visita in soffitta. Non posso aprirlo, mi spiegò indicando l’armadio che conteneva la sua biancheria. Hypocampa Milhauseri un bruco davvero raro si è trasformato in crisalide proprio accanto alla cerniera, e impiega tre anni a sfarfallare.”

Un cammino solitario

Su questo punto l’autore insiste molto e, per enfatizzare come il cammino vada percorso in modo individuale, il protagonista incontra una grande quantità di personaggi dei quali non resta che una parte di insegnamento. All’incirca verso la metà del romanzo inizia la digressione su come la via per una rinascita spirituale debba avvenire attraverso il cammino che solo il Dio che ti si rivela ti indica. Tale entità alta guida senza mostrarsi e solo a colui il quale si è rivelato è possibile interpretare i segni della via da seguire. A rendere questo cammino ancora più individuale è ciò che si insegue durante la vita. L’autore puntualizza su come le cose importanti siano diverse per ognuno e di come ciò che per una persona è il massimo scopo da raggiungere per un’altra non è che una perdita di tempo. Durante la lettura incontrerete tutti i personaggi che hanno a che fare con Hauberrisser e per alcuni proverete più simpatia che per altri. Si tratta di una cosa che succede normalmente leggendo, ma in questa moltitudine proverete un’insolita simpatia per chi vi è affine o totalmente opposto nel vostro di cammino.

Quando sei davvero sulla via?

A differenza dei testi che abbiamo già visto, Il volto verde è assolutamente esplicito sui punti chiave. Certo avrete un bel po’ da leggere ma ad un certo punto incontrerete queste parole:

“Solo quando avrai espiato dal tuo corpo l’elemento putrescente potrai dire: ora il sonno mi ha abbandonato per sempre. In quel momento si compirà il miracolo che gli uomini ritengono impossibile – perché, ingannati dai loro sensi, non capiscono che materia e forza sono la stessa cosa – il miracolo per cui, se anche ti seppelliscono, nella bara non c’è alcun cadavere. Allora, non prima, riuscirai a distinguere il reale dall’apparente; i soli che allora incontrerai avranno già percorso, prima di te, la stessa strada. Gli altri non saranno che ombre.”

Seguono accurate indicazioni su come non perdersi e riconoscere impostori e ladri energetici e come difendersi, oltre che il resto della storia.