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“Non si preoccupi, farà una vita abbastanza normale”
cit. Qualsiasi medico
Quando leggi De Silva per la prima volta, come è capitato a me con questo libro, la prima cosa alla quale fai caso è la scrittura leggera, ma mai troppo superficiale. L’ultimo racconto di De Silva, parla di un personaggio ormai storico nei suoi libri: l’avvocato Vincenzo Malinconico, che vive la sua vita, tra lavoro, amore e famiglia. Un lavoro che inevitabilmente si amalgama con la vita di fuori, e ti ritrovi, come è giusto che capiti, che i colleghi diventino i tuoi migliori amici e confidenti. Le cose che succedono in questo libro, hanno una grande rilevanza nei pensieri filosofeggianti di Malinconico.
Sta tutto nel sottotitolo, infatti, “avrei preferito non scoprirli‘, il significato del nuovo libro di De Silva, edito da Einaudi, dove l’avvocato delle storie e dei libri che abbiamo imparato a conoscere, Vincenzo Malinconico si ammala di cancro, ma continua a fare la sua vita senza abbandonarne la leggerezza e l’ironia che li contraddistingue.
“Il sottotitolo è una specie di sberleffo al luogo comune secondo il quale è nelle tragedie che si scoprono i valori della vita. Dal cancro non si impara nulla, si impara la fragilità e precarietà della vita.” afferma lo scrittore in un’intervista.
E’ Malinconico che scrive e racconta. O meglio si racconta. Un narratore nato, di quelli che chi perdono tra le parole e i fatti. Perché si, De Silva, scrive il libro attraverso la voce del suo protagonista. Un personaggio vivo, attento, ironico, mai banale o troppo eccessivo. Una storia che fa sorridere, che spiazza, motiva e soprattutto non ti tocca rileggerlo per capirlo meglio. Il messaggio, passa, già dal titolo. Ma riesce ad essere ancora più incisivo tra le pagine che vi scorreranno sotto le dita.
Una storia che si snoda in un filone reale, attuale come quello della vita di ognuno, quella di un uomo normale che si trova a vivere le varie vicissitudini della sua storia come molti farebbero, oppure come lui solo farebbe. Un personaggio unico come tanti, oppure tanti personaggi in uno solo. Perché la vita, le situazioni cambiano, e noi tutti, ci dobbiamo sapere adeguare. Questo fa Vincenzo, insieme a Veronica (la sua compagna, che diventa ancora più compagna quando la sua salute vacilla). Oppure quando deve difendere Venere (la figlia del sindaco che in barba alla posizione del padre si prostituisce), o quando dovrà occuparsi di una donna che non sa come comportarsi, durante la sentenza di un divorzio. O peggio ancora quando scoprirà attraverso una diagnosi di avere un tumore. Anche se nel racconto, il tumore non assume un’importanza rilevante nel libro, anzi sembra fare da contorno. Come qualcosa che c’è, che ti condiziona, certamente, ma che poi alla fine di tutto fa da sfondo. Il vero protagonista tra queste pagine, è la vita, quello che si fa, quello in cui si crede. E soprattutto il bene, e la solidarietà che già dalle prime parole si fa spazio.
“I valori che contano” (avrei preferito non scoprirli) è una sorta di gustosa commedia, ironica, accattivante e sarcastica. Ma che da luce e risalto alla profondità e al significato della malattia e su come si decide di affrontarla. Il tutto conduce a una valorizzazione in toto della vita e dei veri valori che ne costituiscono i momenti più importanti e critici. Una lettura che aiuta e fa sopratutto riflettere, particolarmente indicata a chi tutti i giorni lotta contro un nemico subdolo e invisibile per l’affermazione del proprio essere, del proprio esistere, e della propria grande unicità.
Qui sotto un video in cui ne parlo a riguardo.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.