“Come in cielo così in terra”: scopertura del pavimento del duomo di Siena fino al 7 Ottobre 2020

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Fino al 7 di Ottobre è possibile ammirare il pavimento del Duomo di Siena per la sua scopertura annua, che per il resto dell’anno rimane coperto da fogli di masonite per evitarne l’usura. In questo periodo sarà possibile ammirare anche le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, che riproducono la tecnica del commesso marmoreo ed accedere al museo dell’Opera.

 

L’intero pavimento è stato realizzato con la tecnica del commesso marmoreo che prevede l’accostamento di lastre marmoree di colori differenti. Una sola delle tarsie è stata realizzata con la tecnica classica del mosaico pavimentale poiché si tratta della tarsia più antica, risalente alla seconda metà del XIV secolo.

 

Per dare vita ad un pavimento così maestoso ci sono voluti cinque secoli di lavori, infatti se la prima tarsia risale alla seconda metà del 1300 l’ultima, delle 56 che lo compongono, risale al 1884. I lavori hanno visto l’impiego delle risorse interne della città, dai marmi senesi per la realizzazione delle tarsie agli artisti coinvolti dei quali solo Pinturicchio è privo di origini senesi.

 

Anche se è unico nel suo genere la progettazione iconografica del pavimento rimane fedele alla regola: sul piano di calpestio, quindi sotto ai piedi del fedele, possono essere raffigurate unicamente scene pagane o di ammonimento. Così entrando nel Duomo, la navata centrale del duomo accoglie il visitatore con questo monito: CASTISSIMUM VIRGINIS TEMPLUM CASTE MEMENTO INGREDI (ricordati di entrare castamente nel castissimo tempio della Vergine). Questo avviso vale ancora oggi poiché nel rispetto del luogo ci si dovrebbe ricordare di entrare con gambe e spalle coperte, non si tratta quindi di un rimprovero all’anima o al peccato ma di una richiesta di rispetto e decoro verso se stessi e verso il luogo di culto.

Seguono le tarsie dedicate al mondo pagano: nella navata centrale Ermete Trismegisto affiancato, nelle due navate laterali, dalle sibille ( cinque per ciascuna navata). Ad Ermete Trismegisto segue la tarsia del XIV secolo: La lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo, che proprio a partire dal medioevo diviene il simbolo della città. I tre protagonisti della scena sono iscritti in un cerchio e lungo la circonferenza esterna del cerchio troviamo una serie di tondi minori ognuno dei quali racchiude lo stemma delle altre città legate a Siena.

Proseguendo ci troviamo davanti al monte della sapienza dove la Fortuna, in bilico poggia i piedi su di una sfera e una barca con l’albero maestro spezzato, porta in salvo dei saggi. Sulla cima del monte siede la Sapienza che i saggi tentano di raggiungere. Quando i saggi arrivano in cima la Sapienza dona a Socrate una palma e a Cratete un libro. Sotto la cupola e fra i pilastri che la sorreggono iniziano ad essere presenti temi di natura cristiana. Sotto la cupola troviamo alcune tarsie dedicate alla vicenda fra Elia e Acab. Nella tarsia fra i pilastri Mosè fa sgorgare l’acqua dalla roccia, mentre nelle tarsie alla sua destra e alla sua sinistra troviamo le scene dell’idolatria del vitello d’oro. Infine dietro l’altare si trova la tarsia del sacrificio di Isacco.

Visite: dal lunedì al sabato 10:30 – 18:00
Domenica 9:30 – 18:00
Ultimo ingresso 17:30

 

Biglietto completo: Porta del Cielo (Visita ai tetti del Duomo, al Duomo con pavimento scoperto alla Libreria Piccolomini, al Museo dell’Opera con panorama dal Facciatone, alla Cripta e al Battistero) € 20,00. 

 

Per informazioni e prenotazione: +39 0577 286300 – opasiena@operalaboratori.com


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