La potenza della parola – L’importanza del libro e della lettura

Di una cosa sono certa: l’importanza del libro non può essere messa in discussione. Sappiamo molto bene che viviamo in una società fortemente influenzata dall’uso di internet e continuamente connessa. I dati parlano chiaro: vi è un basso numero di percentuale di persone che ancora leggono, l’editoria sta perdendo quota ma questo mi porta ad affermare che nonostante tutto la parola scritta nella nostra vita continua ad essere di fondamentale importanza!

 

L’importanza della Lettura 

 

Chi pensa che un libro è solo un ammasso di carta, offende noi scrittori: esso è un vero e proprio individuo che ci racconta una storia più o meno felice, che ci sa trasmettere emozioni e sentimenti. In un libro si vive quello che si sta leggendo e ci si immedesima nel protagonista. Ci hanno sempre detto fin da bambini che leggere è importante. Si, perché ci insegna a scrivere bene, apre la mente, perché implementa la nostra cultura. Anche molti studi scientifici dimostrano che leggere porta a dei benefici. La mente umana e il benessere positivo delle persone sono le prime due cavie di tutto questo. Fidatevi: leggere almeno due libri alla volta e averne quattro sul comodino pronti per essere sfogliati, dà energia alla nostra mente, che talvolte a causa della troppa tecnologia di cui si è schiavi, necessita di respirare e soprattutto di rilassarsi. Io quasi sempre acquisto la novità del mese o amo trascorrere del tempo libero in libreria, tutto questo lo faccio quando so di essere sola. Addirittura scegliere con cura quale sarà il prossimo libro che leggerò mi rende strafelice. Paragonabile alla stessa emozione della sposa che va a scegliere il suo vestito da sposa!

Un libro ci rende migliori, ci fa sognare, ci fa essere anche piu’ comprensivi. Un libro ci fa innamorare, ma soprattutto ci fa sentire liberi.

 

L’importanza del libro: davvero il digitale può sostituire il cartaceo?

 

Due mondi: quello della scrittura e quello della lettura che si sono evoluti continuamente. Siamo passati dalle iscrizioni su pietra ai papiri e poi alla carta, dal lavoro manuale alla stampa. Questa evoluzione ha fatto fare tanti passi in avanti. Un libro stampato ha e manterrà per sempre un valore estetico, che il digitale non può riprodurre. E’ impossibile non sentire il piacere di sfogliare un libro con le proprie mani. Niente potrà sostituire tutto questo. Qui parliamo di libri, di letteratura e di arte. E poi diciamolo: con un libro in mano possiamo liberamente saltare avanti o indietro, rileggere, fermarci a pensare. Non si ha fretta,  è possibile leggere con i propri tempi.

 

L’odore della carta, il peso, il libro piccolo che possiamo tenere in borsa, sottolineare frasi, aforismi che piu’ ci piacciono, ritrovare sfogliando cartoline o addirittura foto conservate in mezo alle pagine, leggere una dedica scritta di cui non avevamo piu’ memori. Tutto questo è possibile farlo con i libri digitali! Non consentiamo la scomparsa dei libri cartacei perché è giusto ed importante che ognuno di noi scelga cosa leggere, come e dove farlo.  

 

[…] Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. I primi (il prototipo è l’elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, son difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio, in casa e nelle biblioteche pubbliche, per i libri da leggere (che vanno dalla Divina Commedia all’ultimo romanzo giallo). I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Son fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancor letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un’ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere. […]”

 

(Umberto Eco, da “La bustina di Minerva”)