Se d’Io vuole, neppure Freud ha sempre ragione

“Ho scoperto che le ragioni del mio star male, non sono obbligatorie.”

 

Fin da sempre, gli appassionati della psicologia, hanno come grande punto di riferimento il grande padre della psicoanalisi Freud, ed in questo libro edito dalla casa editrice Albaccara (saggio, o romanzo che sia) si parla e si legge di lui. Non solo, la psicoanalisi, in queste pagine viene sbeffeggiata in modo bonario, ma viene anche data la giusta  e corretta importanza all’umano nel suo pensiero più concreto.

 

La figura dello psicologo, sia esso Freud, o chiunque si trovi di fronte a noi sdraiati sul divano (perchè è un divano e non un lettino, sappiantelo) non è più vista solamente come uomo infallibile di scienza, ma soprattutto come uomo e basta.

 

L’autore Carmelo Corrado Occhipinti, psicoanalista classe 1950, ripercorre in questo pagine la sua esperienza professionale e delinea le sue correzioni e i suoi pensieri riguardo la prassi psicoanalitica;. Affronta con allegro umorismo aneddoti legati alla vita del caro Sigismondo e questioni filosofiche, confrontando la storia delle persone in analisi e le conseguenti scoperte di un trentennio di professione come psicologo. Un libro che ritengo di consigliare sopratutto alle persone che soffrono d’ansia, attacchi di panico, attacchi di mal di pancia, sensazioni che fanno venire mille sintomatologie da incubo che vengono tradotte nella maggior parte dei casi con un sempòlice: “te sei un po’ fuori di testa” di leggere queste pagine perchè Carmelo Corrado Occhipinti oltre che farvi fare qualche risata sulla psicoanalisi in generale, ha un approccio totalmente diverso da molti “medici delle trotelle” che vedono il sintomo come qualcosa da curare e basta, mentre sarebbe opportuno vederlo all’ululare continuo di chi ti cura perché sei malato e non perché ti vuole essenzialmente far stare bene.

 

Inoltre, l’autore cerca di far comprendere al lettore che non tutto “l’incoscio” deve essere per forza un modo per giustificare gli atti sbagliati, o i vizi ai quali siamo portati. La nostra personalità è molto altro. Non siamo solo pulsioni e non siamo schiavi di quello che riteniamo la nostra parte “dittatrice”, il super io.

 

In una citazione del libro che ho trovato davvero veritiera l’autore spiega molto bene il suo modo di vedere a riguardo: “Attribuire un’intenzione incoscia a ciò che non ha ne ha bisogno allunga tanto il brodo della psicanalisi fino a traformarla in acqua sporca e puzzolnete.”

 

Un libro che scorre, anche se non è leggero. Un libro che smentisce tanti pregiudizi sulla figura infallibile dello psicologo, che come ogni medico che si rispetti, non può fare miracoli, ma può (e dovrebbe) essere sopratutto umano, analizzando il sintomo come parte integrante della vita (o di una parte della vita) di coloro che si rivolgono a lui per trovare una soluzione. Una sorta di guida, ed il principio, a volte, è sempre lo stesso: gli strumenti ce li devono garantire, ma la forza, quella la si trova un pò dentro e un pò fuori da noi.

 

Consigliatissimo!