‘A Pastellessa, viaggio intenso nel cuore del rito popolare campano

Dal 29 novembre 2020 su Youtube, è possibile vedere il documentario: “A Pastellessa” dedicato ad un’antica tradizione legata ai Bottari di Macerata Campania.

 

Un evento in cui la comunità locale si riunisce per festeggiare Sant’Antuono, protettore del fuoco e degli animali domestici. La tradizione delle “Battuglie di Pastellessa” nasce in epoca precristiana e oggigiorno rappresenta in campo internazionale una delle forme etnomusicali più affascinanti. Botti, tini e falci sono percorsi con lo scopo di scacciare il male e augurare prosperità, che si rifanno alla sonorità e alla musica contadina della comunità maceratese, nella quale i “bottari” sono i tipici esecutori. Un rituale, questo, che è l’elemento principale della festa di Sant’Antuono (Sant’Antonio Abate) a Macerata Campania, che vede ogni anno il 17 gennaio la sfilata su enormi carri di oltre 1200 bottari che compongono le battuglie. Questo tipo di musica si chiama “pastellessa”, anche se la pastellessa è solo uno dei tre ritmi base eseguiti. Il termine, a sua volta, deriva da una specialità tipica della cucina povera: la past’ e ‘llessa, ovvero la pasta con le castagne lesse, cucinata come tradizione vuole in occasione della festività di Sant’Antonio Abate.

 

Andrea Valentino, regista del documentario, napoletano e noto per i suoi lavori legati all’antropologia culturale, racconta tutte le fasi del cuore della festa: dalla preparazione allo sviluppo del rito. L’approccio del regista ha un chiaro stampo antropologico, che consiste nell’osservare esternamente il rito immergendosi nello sviluppo della manifestazione. Protagonista indiscussa è la devozione al Santo che attraversa intere generazioni, fino a giungere alla nostra. Un’antica tradizione che si rinnova racchiudendo la cultura e le usanze di una comunità, l’energia e la condivisione di valori aggreganti, connessi in difesa delle tradizioni popolari soggette al naturale sviluppo della società. Le musiche del film sono composte del maestro Flavio Cuccurullo, artista capace di sintetizzare, attraverso le sue composizioni, l’anima mediterranea dei suoni dei bottari, suoni provenienti dalla tradizione contadina.