Project Power (2020), recensione del film Netflix con Jaime Foxx

Disponibile in streaming su Netflix dallo scorso 14 Agosto, “Project Power” si presenta con un solido mix di generi e riferimenti, aperto ad un vasto panorama cinematografico.

 

Siamo nella periferia di New Orleans, e agli spacciatori dei vari quartieri viene fornita una nuova droga, che una volta attivata, permette al cliente di sviluppare all’istante delle abilità sovrumane per 5 minuti. Una possibilità che da inizio ad atti criminali incontrollabili nel breve arco di tempo. In questa situazione che rischia di gettare nel caos la città e non solo, si incrociano tre storie: quella di una giovane spacciatrice che vende pillole potenziate al solo scopo di guadagnare abbastanza denaro per fa curare sua madre; quella di un suo amico poliziotto, che cerca di tutelarla da un’attività pericolosa, e al contempo, facendosi rifornire di dosi per combattere il crimine ad armi pari; infine quella di un ex soldato in cerca di sua figlia, che inizia una caccia personale agli spacciatori per risalire ad una misteriosa organizzazione.

 

“Project Power” è un film d’azione divertente, dal ritmo sostenuto, ibridato con atmosfere fantascientifiche, dinamiche da fumetto e combattimenti da videogioco. Molto curato nello stile visivo, con buoni effetti speciali e un ottimo comparto sonoro, il film di Ariel Schulman e Henry Joost cerca di fondere l’idea di “Limitless” (film del 2011 con Bradley Cooper intento ad assumere una speciale droga che sviluppa le capacità cerebrali. Vi ricorda qualcosa?) e i mutanti tormentati dai propri poteri e dalla società di “X-Men”. I cultori di cinema, inoltre, noteranno un altro grande riferimento; per enfatizzare i momenti in cui viene assunta la pillola “Power” dai personaggi, si omaggiano le “pupille dilatate” delle eclettiche sequenze di “Requiem for a dream”, capolavoro di Darren Aronofsky del 2000 sugli effetti nocivi generati dall’assunzione di droghe.

 

Come ogni buon film Netflix si cerca sempre di confezionare in una nuova forma delle strade narrative già percorse in passato. Una scelta che può far storcere il naso a chi cerca nel cinema un segno espressivo originale, ma che accontenta una larga fetta di pubblico(abbonato). Eppure, i produttori restano vigili sui tempi che viviamo, sulle fratture sociali di un’epoca incerta, in cui i giovani non vedono nella scuola un punto di riferimento per costruire un futuro, ma che attendono una rivalsa per prendersi tutto ciò che gli viene negato, sfidando la legge e rischiando la vita. Il Power è un concentrato di fluido evolutivo per sbloccare le capacità latenti nell’essere umano, ma questo comporta un pericoloso bivio, la cui scelta è causa del bene o del male. “5 minuti” che consentono di cambiare la propria condizione, di approfittare delle debolezze del sistema per rapinarlo o distruggerlo, per vendicarsi, oppure, per avere quella piccola occasione, un varco in un mondo senza sbocchi. Il vero “Potere” però, è qualcosa di innato, che va nutrito e coltivato, essenza che dura più a lungo, sopratutto nel maturarla, ma che permette di evolvere veramente; il “talento” è un seme che risiede nel profondo, ad ognuno la sua peculiarità, e che attende la stagione giusta per sbocciare.

 

Buone le prove di Joseph Gordon-Levitt e Jaime Foxx, quest’ultimo molto intenso.

 

Se esiste un abito per ogni stagione, c’è anche un film adatto alle serate estive, e forse, in ogni persona, un potere che attende di essere scoperto.

 

Voto: 4/5