Disponibile su Netflix e basato sull’omonimo fumetto di Greg Rucka, The Old Guard di Gina Price Bythewood è un action atipico, diverso dai roboanti successi moderni in cui gli effetti speciali e i suoni delle esplosioni pervadono la percezione dello spettatore fino a stordirlo.
Come da tradizione della piattaforma streaming, The Old Guard fonde varie divagazioni del genere, omaggiando lo spionaggio, la fantascienza, fino ai supereroi, ma stavolta, ciò che predomina il film non sono le scene di combattimento, che pure ci sono, in porzioni razionali e ben realizzate sul lato tecnico. Ci si concentra molto sui personaggi, guerrieri immortali che attraversano la storia umana per difendere il bene, ma che vengono considerati dei mostri dalle stesse persone che salvano, oppure dai colleghi, gli amici o i familiari.
L’immortalità diventa un fardello che isola l’esistenza e che restringe il campo delle relazioni e delle emozioni. La crudeltà insita nell’uomo porta a trasformare un’utopia salvifica per la popolazione in un consumo egoistico di risorse da vendere, eterno dilemma morale della scienza, come è eterna l’attitudine alla guerra, alla violenza e alla persecuzione di chi è diverso. Gli ideali della “vecchia guardia” verranno messi in discussione dai fantasmi dell’umanità, ma ciò che conta davvero, la vera missione da seguire, è nel propagare il bene anche nelle piccole azioni; fare qualcosa per un’altra persona, soccorrerla o guidarla, cosicché anche l’altro faccia lo stesso per qualcuno, un giorno.
The Old Guard sviluppa dei temi molto interessanti, forse accennandone troppi, al costo di sacrificare il ritmo della messa in scena. Un film che non vuole riscrivere il genere, che guarda a “The Bourne Identity”, ad “Highlander”, agli “X-men”, ma che prova a definirsi, e cerca di dare spessore a dei supereroi moderni. Il rischio però è di dilungare troppo la narrazione in alcuni punti che alla fine risultano comunque prevedibili nello sviluppo. In ogni caso, il film si lascia notare e apprezzare, aprendo le porte a possibili sequel.
Degne di nota la splendida caratterizzazione della millenaria Andromaca di Scizia, alias Andy, a cui Charlize Theron riesce a donare leadership e movenze di guerriera impavida, e al contempo tutta la malinconica stanchezza di un essere destinato a morire e a rivivere, in attesa del giorno in cui le ferite non si rimargineranno più. Buona anche la prova di Luca Marinelli, alla sua prima prova internazionale.
Voto: 2,5/5