Fonte: gravellonart.it
Chi come me vive in provincia di Pavia, non può non esserci mai passato anche solo per una volta. Ecco allora che voglio parlarne anche a chi non è delle mie zone, perché pur essendo degno di nota non è molto conosciuto ed è un vero peccato! Sto parlando di Gravellona Lomellina, comune lombardo a pochi km da Vigevano.
Un paese per chi ama l’arte…
Dovete sapere che dal 1992, a Gravalùna -così viene chiamata in dialetto locale- è iniziata la trasformazione in un museo a cielo aperto, partendo da Barbavara, sua frazione. Da allora, chiunque si ritrovi per le sue strade viene avvolto da opere di tutti i tipi: dipinti, mosaici, oggetti del passato, sagome e addiruttura oggetti antichi!
Fonte delle foto: comune.gravellonalomellina.pv
Dal 1996, è stata inoltre istituita la Festa dell’Arte: durante i primi giorni di giugno, nel paese viene installata una nuova opera, motivo per il quale è diventato ormai un punto di ritrovo per tutti gli amanti della street art. A partire dal 2012, le opere dell’Ottocento italiano hanno iniziato ad essere protagoniste, rendendo il paese ancora più pittoresco. Uno dei quadri più caratteristici e conosciuti che è stato riprodotto è senza dubbio “Il bacio” di Francesco Hayez.
Fonte foto: tripadvisor.com
… e per chi ama la natura.
Volete un altro motivo per andare a visitare Gravellona Lomellina? Ma certo, sono qui apposta! Oltre all’arte, sappiate che c’è anche uno dei parchi comunali più grandi del pavese. Esso è chiamato “Parco dei tre laghi” ed il suo nome è dovuto dalla presenza del lago di Volpera, il lago dei Pescatori e il lago delle Streghe. Al suo interno vi sono panchine per sostare, e tavoli al coperto che potrete prenotare per fare dei piacevoli pic nic immersi nella natura. Inoltre sono presenti un’area camper, giochi per bambini e un piccolo angolo dedicato agli animali.
Per prezzi e orari: parco dei tre laghi.
Fonte foto: bambiniavigevano.it
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.