I walser, una popolazione di origine Tedesca, si trasferirono tra il XII e il XIII secolo, lungo l’arco alpino Italiano, specialmente nella zona intorno al monte rosa, lasciandovi forti tracce che rimangono ancora oggi. Sono molte le ipotesi intorno al loro trasferimento, forse a causa del sovraffollamento delle terre dell’alto Vallese, o per clima più favorevole per l’allevamento, o forse ancora a causa di alcune sovvenzioni date dai signorotti locali, al fine di avere contadini che si occupassero delle loro terre.
Noti come una popolazione povera e molto umile, erano soliti sopravvivere con ciò che la terra offriva loro, latticini, frutti o cereali. Il loro vestito tipico era il Tracht, ovvero abiti elegantemente adornati da molti colori.
Ed è così che, grazie al loro passaggio, tutt’oggi ci rimane traccia di una serie di borghi tipici, caratterizzati dalle loro tipiche abitazioni in legno (fienile e deposito), poggiate su soliti “pilastri” in pietra (fondamenta e piano terra dove alloggiavano), create con una tecnica ad incastro chiamata Blockbau. Le zone dove sono presente una maggioranza di queste strutture, ancora perfettamente intatte, sono state in loro onore ribattezzati “Borghi Walser”, che oggi giorno sono ancora interamente intatti ed a pochi passi dai maggiori comprensori sciistici.
Ma il lascito Walser non colpisce solo l’architettura, ma anche le tradizioni e la lingua parlata, o lingua Titsch, (preferita dai coloni alle altre lingue parlate come il Titzschu, o il Toitschu). Una lingua oggi considerata in via d’estinzione, al punto che è stata introdotto il suo studio attraverso dei corsi;
Spingendosi fino agli originali cartelli costruiti dalla popolazione Walser, permettono al turista di ritornare indietro di secoli. Il tutto è circondato da un panorama naturalistico che non è secondo a nessun’altro, quello offerto dalle tre Valli della Sesia.
La storia e le tradizioni di questo caratteristico e storico popolo sono racchiuse all’interno dei piccoli musei all’interno della stessa area. Tra i più famosi vi sono il museo Walser di Alagna, di Rabernardo e di Rimelia, (da quest’ultimo da considerarsi il più antico della zona), ed il museo casa Forte di Formazza.
In alcune città come Alagna, sono ancora presenti gli antichi forni, segherie e mulini ancora perfettamente integri.
Ed è la stessa natura della popolazione Walser ad essere ancora conservata grazie alla celebrazione delle loro antiche feste. Ed è così che ogni anno gli abitanti locali si vestono dei loro vestiti tipici e del loro dialetto e danno di nuovo vita an popolo estinto da decine di anni. Gli abitanti quindi ad esempio ogni prima domenica di ottobre, durante la festa del rosario fiorito, danno vita ad una processione che riunisce tutte le comunità Walser e tornano a riunirsi ancora in una seconda festività, quella del Walsertreffen, dove la comunità si riunisce ogni tre anni in una delle storiche colonie.
Se siete alla ricerca di arte, storia, tradizione, cultura, e non volete rinunciare agli sport estremi di montagna, le zone del monte rosa con i loro villaggi caratteristici, sono quelli che fanno per voi.