Fonte foto: SiViaggia
«…però che, come in su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che ‘l pozzo circonda
torregiavan di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tona »
Così recitava il Canto XXXI dell’Inferno Dantesco, in cui orribili giganti, (Nembrotto, Fialte e Anteo) conficcati nella roccia che circonda il pozzo delle Malebolge, e visibili solo dalla vita in su, erano simili alle torri che coronano le mura di Monteriggioni.
Grazie a questo omaggio che Dante fece al luogo di cui ho il piacere di scrivere, il 12 giugno piazza Roma, il cuore del borgo, cambierà nome in piazza Dante Alighieri per celebrare i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta.
Procediamo con ordine
Monteriggioni è situata tra Siena e Colle Val d’Elsa, ed è stata costruita tra il 1213 e il 1219.
La forma circolare delle mura, fa pensare che siano state realizzate artificialmente: in realtà sono state ottenute seguendo le naturali curve di livello del terreno.
La cinta muraria è composta da quattordici torri e due porte: La Porta Franca o Romea è rivolta verso Roma e la Porta Fiorentina dà verso Firenze; la sua struttura, come la si può ammirare ai nostri giorni, è pressoché simile a quella originale, le uniche modifiche risalgono al sedicesimo secolo, in cui si adattarono le torri alle nuove armi da fuoco e si aggiunse della terra alla base delle mura esterne e al 1921, quando tre torri furono abbassate al livello delle fortificazioni.
Un po’ di storia
Come già detto prima, le mura – che misurano un perimetro di 570 metri – vennero innalzate tra il 1212 e il 1219, per poi essere rinforzate nel 1260-70.
Monteriggioni era allora lungo la Via Francigena – l’importante strada che congiungeva l’Europa centro settentrionale a Roma – e costituiva un avamposto fondamentale per difendere il territorio senese dagli attacchi dei fiorentini, tanto che fu proprio la città di Siena a ideare la costruzione della città fortificata.
Durante secoli di battaglie, Monteriggioni non è mai stata espugnata: tranne nel 1554, quando il capitano della guarnigione senese tradì la città, accordandosi segretamente con i Fiorentini, aprendo la porta della città agli invasori.
Ci sono anche leggende che narrano di cunicoli segreti e di passaggi sotterranei che mettevano in comunicazione il castello con le vicine fortificazioni, addirittura si racconta di una strada che portava fino alla città di Siena.
L’interno delle mura
Il cuore del borgo è rappresentato da Piazza Roma, per accedere al quale, si deve attraversare la Porta Romea. Sulla piazza si affaccia la Chiesa di Santa Maria Assunta, realizzata in stile romanico e gotico. Intorno alla piazza sono disposti prati e orti, un tempo utili per la sopravvivenza della popolazione in caso di assedio.
La festa medievale
Nel mese di luglio – quest’anno, Covid permettendo – si celebra il Festival Monteriggioni di Torri si Corona, durante il quale il borgo fa un salto indietro nel tempo, tornando nell’epoca medievale: le strade si riempiono di artigiani, nobili cavalieri e popolani in costume, dando vita a un’atmosfera emozionante. Danza, esibizioni dal vivo, musica, teatro, spettacoli per bambini, rievocazione di duelli, tamburini, acrobati e cantastorie.
Un tour nella storia che offre anche l’opportunità di gustare antichi sapori dell’epoca: taverne, osterie e ristoranti aperti per dare un senso enogastronomico al Festival. C’è anche l’opportunità di scambiare gli Euro con monete medievali e con queste fare acquisti all’interno delle mura.
Si possono vedere all’opera il ceramista, l’arcaio, il cartaio, l’armaiolo, il mercante di stoffe, il mugnaio, lo scalpellino, la tessitrice: artigiani che usano tecniche ormai cadute in disuso
Per le stradine di Monteriggioni si aggirano giocolieri e saltimbanchi, trampolieri e imbonitori, musici, buffoni e giocolieri a cui seguono Giostre e Tornei Medievali.
In giro per il borgo
Per girare tutta Monteriggioni non ci vuole molto tempo: il borgo è piccolo e con poche strade. L’impressione che resta nella memoria, però, dura per sempre. Ci si accorge di aver scoperto un luogo magico, quasi un castello incantato come quelli che si conoscono nelle fiabe, da bambini.
Arrivando al borgo di sera, quando le mura esterne sono illuminate da luci gialle, Monteriggioni sembra quasi un miraggio in mezzo alle colline toscane: la cerchia muraria e le 14 suggestive torri, la stringono come in un abbraccio.
Per il paese si ci sono negozi di artigianato, ristoranti con piatti tipici (cinghiale, pappardelle, salumi, vini senesi) e case in cui abitano ancora persone del luogo.
Monteriggioni ha un’atmosfera rilassata e tranquilla: in Piazza Roma, i turisti prendono il caffè o gustano la cucina locale nei tanti ristoranti.
La Pieve di Santa Maria Assunta è una piccola chiesa ed è da sempre il centro della vita del borgo: è costruita in un’unica navata con un abside quadrata con volte a crociera in stile gotico. Il campanile è del XVIII secolo, mentre all’interno della chiesa sono conservati due tabernacoli risalenti al XV secolo e un quadro della Madonna del Vanni.
Si ha la possibilità di fare una bella passeggiata sulla mura, a cui si accede da piazza Roma e da cui si può ammirare un suggestivo panorama sul territorio circostante; durante il percorso si può far tappa presso il museo delle armature, molto interessante.
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.