Fonte foto: SiViaggia
Il celebre capitano del romanzo d’avventure di Jules Verne, Nemo, dà il nome ad un luogo incredibile che si trova in Italia, nel mare, al largo della cittadina ligure di Noli, in provincia di Savona: il Nemo’s Garden.
Il progetto
Un luogo sommerso, chiamato Nemo’s Garden, il “giardino di Nemo”, che rappresenta un progetto pionieristico per la salvaguardia del nostro Pianeta. Poterlo vedere è una fantastica avventura.
“In cosa consiste?” vi starete chiedendo. Ebbene, a un centinaio di metri dalla costa, pochi metri sotto la superficie marina, tra i 5 e i 10 metri di profondità, sono state realizzate sei calotte acriliche riempite d’aria e agganciate al fondale da viti e catene.
Le sei biosfere ancorate al fondale sono semisfere con una capacità di 2000 litri, ossia della dimensione necessaria per permettere la coltivazione di diverse piante al loro interno e un’agevole libertà di movimento agli addetti ai lavori.
Sono formate da plastiche speciali che massimizzano la rifrazione solare, sfruttando più del 94% della luce. Inoltre queste plastiche speciali servono a permettere al sole di scaldare l’aria all’interno delle sfere e a far evaporare l’acqua marina che ogni sfera ha sul fondo. L’acqua evapora e si deposita sulle pareti, diventando acqua dolce. Speciali canali a spirale la raccolgono e permettono l’irrigazione della vegetazione all’interno. In quell’acqua, però, mancano i sali e i nutrienti necessari per la crescita sana delle coltivazioni. Questi vengono aggiunti, in base alle diverse situazioni, da un sistema computerizzato.
Il giardino
È così che si forma il “giardino”. Circa 93 metri quadrati di vegetazione idroponica che cresce in un ambiente marino, dove le condizioni climatiche sono ideali, grazie alle estati calde e agli inverni moderatamente freddi e dove la temperatura dell’acqua è quasi costante, variando di poco, tra i 16 e i 22°C.
Esattamente a queste temperature è possibile realizzare nuove biosfere in cui far crescere le piante, dai legumi alle piante aromatiche. Questi ambienti vengono monitorati costantemente tramite sensori che controllano, oltre alla temperatura, anche la luce, fornita da pannelli solari, l’umidità, i livelli di CO2 e di O2 che devono essere sempre ottimali, onde evitare lo sviluppo di malattie delle piante e favorire le migliori condizioni di crescita.
I benefici di questo progetto
Uno dei benefici principali del sistema è la diversificazione. I prodotti che si ottengono sono della massima qualità. Come già accennato in precedenza, le condizioni delle biosfere e quindi, delle piante, sono elettronicamente monitorate garantendo processi di crescita e risultati eccellenti. All’interno delle biosfere, le piante, sia per la stabilità delle condizioni, sia per la pressione del mare, crescono più in fretta ed hanno proprietà ottime.
È stato stimato che il basilico coltivato nelle biosfere contiene il 13% in più di oli essenziali, nutrienti e antiossidanti naturali rispetto al basilico coltivato sulla terraferma e che questi mostrano un aumento di attività biologica del 30%. Inoltre, la mancanza di parassiti animali e vegetali permette di coltivare piante senza utilizzo di antiparassitari, pesticidi o fitofarmaci, garantendo in questo modo prodotti qualitativamente ottimi e sicuri per l’organismo umano.
Chi sono gli artefici?
Il progetto è stato pensato da un imprenditore, ingegnere chimico, italiano: Sergio Gamberini, proprietario di Ocean Reef Group, una società nata più di sessant’anni fa come produttrice di attrezzature per il diving – che ora servono agli studiosi che s’immergono al largo di Noli.
Con la sua società italiana Ocean Reef Group, insieme a Siemens, Gamberini ha dato vita alla start-up NG Srl e sviluppato il “giardino” allo scopo di esplorare una nuova frontiera dell’agricoltura: quella sottomarina.
Si deve alla TekSea di Genova l’ubicazione nel mar Ligure. L’azienda, infatti, ha creduto nel progetto visionario sposando l’idea di sostenibilità, per provare a creare un’alternativa alla produzione mondiale di cibo per tutti.
Cosa potremo trovare al Nemo’s Garden?
Oltre a questo scopo così ambizioso la biosfera di Nemo’s Garden è un vero e proprio parco giochi per i sub, e non solo. È stato in effetti reso accessibile a tutti. Proprio grazie al fondale basso dove è stato realizzato il “giardino” e alla vicinanza con la riva, chiunque può raggiungerlo a nuoto e ammirare le cupole trasparenti curiosando su ciò che avviene al loro interno.
È sufficiente noleggiare l’attrezzatura per l’immersione – o anche solo per lo snorkeling, visto che lo si può ammirare anche a pelo d’acqua – e nuotare sopra e intorno, senza disturbare gli scienziati che stanno lavorando: un team internazionale di esperti formato da scienziati, ingegneri e diver. Quando gli studiosi si trovano all’interno delle piccole biosfere, possono comunicare con la torre di controllo tramite un collegamento internet diretto e immagini in video streaming.
Ancora una volta, l’Italia è riuscita a mostrare al mondo la sua creatività, le sue capacità innovative e tecnologiche, la sua attenzione al futuro e alle conseguenze che le nostre scelte possono avere sullo stesso.
Se l’articolo vi ha incuriosito, vi proponiamo una puntata di Superquark sull’argomento.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.