Passeggiando verso la Rocca dell’Innominato

Molti di noi avranno probabilmente immaginato la Rocca dell’Innominato di manzoniana memoria come un luogo maestoso ma tetro, opprimente, che stagliato contro una montagna mette soggezione a chi osa avvicinarsi. E molti di noi si saranno anche chiesti se esiste davvero questo castello, o il Manzoni si è inventato tutto di sana pianta?

Ci sono due buone notizie: la Rocca dell’Innominato esiste davvero, e anche se ad oggi ne rimangono ben pochi resti, il paesaggio circostante non è affatto tetro! La tradizione vuole infatti che la Rocca della piccola frazione Somasca di Vercurago, arroccata sul fianco della montagna e poco lontano da Lecco, sia stata una delle residenze del signore di Brignano, Francesco Bernardino Visconti. Il nobile si macchiò di terribili reati e fu proprio a lui che Alessandro Manzoni si ispirò per il suo Innominato, anche se in realtà viveva per la maggior parte del tempo a Brignano d’Adda e non a Vercurago.

Nonostante della Rocca restino ad oggi solo pochi muri, il luogo si presta egregiamente a meta di una piacevole passeggiata. Dal Santuario di San Girolamo Emiliani dei Padri Somaschi di Vercurago si imboccano le viuzze dell’antica frazione Somasca, fino ad arrivare alla Via delle Cappelle: la strada acciottolata, in salita, è affiancata sulla sinistra da una fila di alberi da cui si intravede il panorama sul lago di Garlate, e a destra da cappelle che narrano la vita di San Girolamo Emiliani. Egli infatti nel corso del Cinquecento ospitò giovanissimi orfani nella rocca e aprì per loro una scuola.

Lungo la Via delle Cappelle si incontra la Scala Santa, scavata nella roccia, che sale fino all’eremo dove San Girolamo si ritirava per pregare. A volte si incontrano ancora fedeli che salgono la Scala in ginocchio, per espiare i propri peccati. Attenzione: dalla scala non può scendere, ma si può proseguire lungo un sentierino parallelo alle Cappelle fino ad arrivare alla chiesetta e alla parete da cui sgorga acqua fresca grazie a un miracolo del Santo. Qui, oltre al piccolo cimitero dei Padri Somaschi, si affaccia una terrazza con una vista meravigliosa su Vercurago e sul lago sottostante.

La passeggiata non finisce qui: si sale ancora per pochi metri oltre al complesso di San Girolamo per arrivare infine all’agognata meta, la Rocca dell’Innominato. Delimitato dai resti delle mura del castello, c’è ora un grande prato perfetto per un picnic o per riposarsi al sole, godendosi il panorama unico. L’occhio spazia a trecentosessanta gradi tra la Val San Martino, l’Adda, il Monte Barro, il Lago di Garlate e il Lago di Lecco.

Della Rocca originale, oltre ai muri perimetrali resta solo una torre, trasformata in cappella. La passeggiata però è davvero piacevole, semplice, breve ed adatta a chiunque, ed è bello fantasticare sul misterioso e crudele personaggio che una volta si aggirava in quei luoghi, nell’impenetrabile Rocca dell’Innominato.

E per chiudere in bellezza, Vercurago ha anche un bellissimo lungolago da cui godersi il tramonto