Le confraternite del cibo, tra tradizioni, buona tavola e… goliardia!

Il prodotto tipico che diventa simbolo e vanto del territorio, che si intreccia alle trazioni, ai costumi, al folklore e alla storia di un luogo, ha dato vita a diversi Ordini, Associazioni e Confraternite enogastronomiche italiane.

 

Tra i “cavalieri” e i “maestri” che difendono la buona tavola, “Fratelli” di ossobuco e accademici del baccalà, adepti della polenta e difensori a oltranza dello spiedo, l’Italia è ricca di appassionati che si riuniscono in nome del buon cibo e delle tradizioni antichissime.

 

Sul nostro territorio è presente un universo di associazioni, gruppi informali e organizzazioni di solida tradizione che, con il loro amore per il buon cibo e il buon bere, contribuiscono a mantenere salde le radici culturali, parte integrante della nostra identità nazionale e spesso unendo una piacevole e sana goliardia a riti decisamente particolari, con un pizzico di esoterismo.

 

Una delle Confra­ternite italiane più note è quella del Prosecco. Dal 1946, i suoi soci di­fendono e promuovono il gio­iellino di Valdobbiadene, riu­nendosi in una cantina sugge­stiva che protegge bottiglie vecchie an­che di un secolo. I “cavalieri”, guidati dal loro grande “maestro”, amano parlare in un linguaggio d’altri tempi e ogni giugno organizzano la solenne stappatura della annuale bottiglia dell’Ordine.

 

Il maggior numero di confraternite però lo si trova nel nord-est d’Italia, e a vincere il primato è Vicenza, dove troviamo la confraternita del Baccalà alla vicentina, con sede a Sandrigo, gemellata con le isole Lofoten e che è considerata la massima autorità in materia. Quella della Sop­pressa a Romano d’Ezzelino elegge ogni anno il numero uno tra i produttori di questo buonissmo salame mentre a Longare c’è quella degli Ossi de Mas­-Cio che si pro­pongono di tramandare ai po­steri il rito dell’ultima carne ri­masta attaccata alle ossa, dopo la macellazione del maiale. Passato il confine, verso Treviso, a Pieve di Soligo, troviamo l’Accademia Spiedo d’Alta Marca e verso Padova, a Limena è stata creata due anni fa la Confraternita dei Bìgoi al tòrcio. In Trentino, ben cinque piatti tipici hanno la loro confraternita con il rispettivo Gran Maestro: Canederli, Orzet, Strangolapreti, Fasoi en Bronzon e Strudel.

 

Anche in Piemonte però non scherzano, a partire dalla Confra­ternita del Bollito e della pera Madernassa a Castagnito e Guarene. Poi la Con­fraternita della Nocciola Tonda Gentile di Langa, L’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei vini di Alba, l’Accademia della Castagna Bianca di Mondovì. Famose sono anche quelle del Pesto a Genova e del Tortellino a Bologna, che hanno invece come obiettivo prin­cipale la difesa a oltranza della ricetta storica.

 

In Lombardia, oltre alla famosa Accademia Italiana del­la Costina, con base a Somma Lombar­do, che esibisce una gri­glia di quasi 30 mq nelle fe­ste in piazza, la giovane confraternita consacrata all’ossobuco, fondata nel 2016 presso l’Osteria della Rampina a San Giuliano Milanese, che oltre ad avere il compito di esaltare il prodotto, ha lo scopo di risvegliare la vo­glia di cucina milanese nella cit­tà più internazionale d’Italia, dove è più facile trovare un buon sushi che una costoletta cucinata come si deve. Ma ora voglio raccontarvi di alcune di loro più nello specifico.

 

Trento: Confraternita della vite e del vino 

“Vinum bonum laetificat cor hominum, dignus ego”, recitano i nuovi fratelli nel simposio d’autunno che si svolge nel Castello del Buonconsiglio. “Il vino allieta il cuore dell’uomo, siine degno”: così dal 22 aprile 1958 un gruppo di ex allievi dell’Istituto Agrario di San Michele Appiano, sull’onda della rinascita del dopoguerra, fondarono la confraternita. Un modo per tutelare la cultura e le tradizioni vinicole della zona.

 

Soragna (PR): Arcisodalizio per la ricerca del Culatello supremo 

 

Dalla passione di nove cultori del soprannominato “redei salumi, che per dieci anni si impegnarono negli assaggi alla ricerca del culatello perfetto, nacque nel 1987 l’arcisodalizio. Da allora la ricerca, la tutela e la valorizzazione del Culatello non ha mai avuto fine. 

 

Brescia: Confraternita dello spiedo tradizionale bresciano 

Fondata nel 2000 a Gussago, in provincia di Brescia, questa confraternita ha lo scopo di valorizzare e mantenere in vita questa tradizione. I confratelli vengono investiti poggiando sulla spalla destra e poi sinistra lo schidione, il lungo ago in acciaio appuntito usato nello spiedo, e si riconoscono dal mantello nero bordato in rosso, colori della brace. Lo spiedo bresciano si compone di coppa e lonza di maiale e uccelletti permessi dalla legge, condito con sale, salvia e burro. “Lo schidione su cui sono infilzati i tagli viene posto nello spiedo, dove un meccanismo lo mantiene in rotazione costante, e irrorato con burro e grassi rilasciati dalle carni per mantenerle umide e succulente fino a fine cottura”.

Torgiano (PG): Compagnia dei vignaioli e dei tavernieri 

Questa associazione si riallaccia agli Statuti del 1379 della “Città di Perugia, Borghi, Sobborghi e Contado” con lo scopo di riportare alla luce i sodalizi che celebravano la prosperità del paese di Torgiano. L’obiettivo dichiarato è divulgare e promuovere le tradizioni vitivinicole del luogo, che legano il vino al territorio. Per ricordare i riti precedenti al 1329, il 23 aprile nei pressi dei vigneti si accendono falò con i sarmenti di potatura, fuochi dedicati a San Giorgio, appiccati, al suono delle campane, con un tizzone del ceppo di Natale. “La Compagnia vuole tenere in vita questa tradizione, per portarla nel futuro e divulgare il sapere locale, oltre a promuovere la conoscenza dei vini”.

 

Palermo: Enohobby Club Confraternita Panormita

Nasce nel 1991 da un gruppo di amici mossi dal fervore che si respirava in Sicilia dopo l’arrivo di Giacomo Tachis, celebre enologo coinvolto nella produzione vinicola di Planeta. Questa confraternita aderisce alla Fédération Internationale des Confréries Bachiques di Parigi, e si pone come obiettivo la divulgazione dell’enologia e gastronomia dell’isola, attraverso convegni, mostre e visite in cantina.

 

Le confraternite del cibo sono davero tantissime e tante nascono ancora oggi, come ad esempio quella della Frittola calabrese, nata nel 2017. Ma non è solo l’amore per il buon cibo ad accomunarle tra loro, chi fa parte di una delle confraternite gastronomiche è accomunato anche dalla grande volontà di mantenere in vita una tradizione culinaria, tramandare la storia di un prodotto che racconta il territorio d’origine.