Fonte foto: napolitoday.it
Nel salotto di Napoli, in via Filangieri, assistiamo ad un esperimento di food a livello mondiale, ovvero il primo ristorante dove si possono assaggiare le eccellenze gastronomiche dei vari continenti come, ad esempio, i Tacos del Messico oppure i Tiradito del Perù. Noa – questo è il nome del ristorante – è una nuova concezione di cucina multietnica, in cui è permesso sperimentare gusti nuovi, piatti nuovi, senza legami con la tradizione. Anche la Winelist è di alto profilo internazionale, frutto di un lavoro molto accurato di ricerca e selezione della sommelier Flora Manzo; i clienti possono assaggiare anche vini marocchini, cileni o californiani, quindi vini poco conosciuti in Italia.
Il fondatore del progetto è l’imprenditore Stefano Vitucci, che si è avvalso della collaborazione dell’architetto Francesca Faraone, che ha cercato di creare un salotto all’interno del salotto di Napoli: un luogo intimo, d’atmosfera, che richiama il verde e la natura, con un rooftop dove poter cenare all’aperto in un vero e proprio giardino. A completare il team di Noa vi è il general manager Giuseppe Gendolavigna, il barman Luca Spano, che prepara dei cocktail ad hoc per le ricette dell’executive chef Alex Pochynok, il quale vanta una grossa esperienza internazionale di cucina fusion.
Per chi non avesse mai sentito questo termine, la cucina fusion deriva dal termine anglosassone fusione, quindi significa fondere, mettere insieme; la cucina fusion, infatti, mette assieme ingredienti di due o più tradizioni culinarie differenti, per dar vita a nuove ricette, nuovi piatti e nuovi sapori. In realtà esistono due tipi di cucine fusion. Un primo tipo è costituito dall’affiancamento di piatti appartenenti alla tradizione culinaria di aree del mondo differenti ma comunque associate, ed un secondo tipo costituito da piatti che fondono ingredienti o stili culinari tipici di culture diverse, secondo un processo interculturale, come, ad esempio, il sushi brasiliano, che fonde un tipico piatto della cucina giapponese, il sushi, ai sapori della cucina brasiliana, e nuovi esperimenti come il mooshi, che fonde il sushi giapponese ai sapori della cucina campana.
Tra le principali ricette della cucina fusion possiamo segnalare il tonno al sesamo, che fonde la tradizione italiana con quella giapponese, marinando il pesce con salsa di soia, zucchero e aceto di vino bianco; il curry di ceci, dove i nostri legumi si sposano con spezie indiane come il curry, il coriandolo e la curcuma; la pizza con il kebab, che si sta diffondendo persino a Napoli.
Ci resta ancora un solo, unico, dubbio: qual è il significato del termine Noa? Noa, in giapponese, significa “quiete” mentre, nella sua traduzione polinesiana, sta ad indicare tutto ciò che è libero da vincoli, ciò che è lecito, in contrapposizione ai tabù.
Carlo Pisani Massamormile, napoletano, classe 1963, è laureato in Economia e Commercio e dottore commercialista.
Nel 2013 scrive una sua biografia dal titolo “Sei volte papà” in occasione della festa dei suoi 50 anni. Nel 2019 pubblica con la casa editrice “Il quaderno” il libro di poesie “Barca a rime”, una raccolta di poesie in rima baciata ed alternata sulle emozioni. Nel 2020 pubblica il libro di racconti “Intrighi di condominio” con la casa editrice “Il quaderno”: 17 racconti ironici e divertenti su condomini “sui generis” della Napoli degli anni 90, Nel 2021 insieme ad altri autori viene pubblicato un suo racconto dal titolo “Oltre il lavoro” nel libro” Grandi speranze”della collana “Gemme, scrittori si diventa” (casa editrice Guida); nel mese di novembre 2021 viene pubblicato il libro di poesie “Frammenti di emozioni”-poesie, fotografie,riflessioni (casa editrice Il quaderno). Appassionato di scrittura, lettura, psicologia, sport.