Due canzoni e un massacro che viene da lontano: il ritorno dei System of A Down

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Questo 2020 continua a riservare grandi sorprese. Dopo una pandemia, la morte di Eddie Van Halen  il nuovo album degli AC/DC, il mondo del rock torna a far parlare di sé, stavolta però con una bella notizia soprattutto per i fan di questo gruppo. Tale lieta novella infatti non poteva astenersi dall’avvenire in un’annata come questa: il ritorno dei System Of A Down. Nei giorni scorsi, infatti, la band di origini armene capitanata da Serj Tankian ha pubblicato nuova musica per la prima volta dopo ben quindici anni di assenza con due canzoni già disponibili sulle piattaforme digitali.

 

 

Di che cosa parlano queste nuove canzoni?

 

Sappiamo tutti quanto le canzoni siano influenzate dalle radici degli artisti e dalla loro storia e vissuto personale. Per chi conosce poco questo gruppo, è importante sapere che i S.O.A.D sono composti da Daron Malakian (chitarre, voce), Serj Tankian (voce), Shavo Odadjian (basso) e John Dolmayan (batteria). La loro storia individuale ed anche la storia della band, si scontra e s’incontra con le storie personali dei componenti, in quanto tutti quanti sono figli di superstiti del genocidio armeno avvenuto nel 1915.

 

 

Il genocidio armeno (perché la musica è anche storia)

 

Una vera e propria strage di cui ancora oggi, si parla e si racconta veramente poco ma che è fondamentale ricordare. Prima della camere a gas, dei campi di concentramento, delle stesse parole di Hitler prima di decidere la supremazia della razza ariana ovvero: “Chi si ricorda più degli armeni?”, c’è stato anche questo. Un secolo fra massacri, uccisioni e deportazioni degli armeni, che in tre anni avrebbero stimato 1,3 milioni di vittime dalla follia turca. La popolazione armena veniva additata come “il nemico interno”, fu deportata verso i deserti sconfinati della Mesopotamia. Durante l’esodo forzato morirono a migliaia di stenti e malattie o furono uccisi da guerrieri curdi al servizio degli ottomani. Altri morirono nei campi dove furono confinati. Altri ancora riuscirono a fuggire in Occidente. L’operazione di ‘pulizia etnica’ aveva un doppio obiettivo: occupare le terre appartenenti agli armeni, situate tra la Turchia e il Caucaso, e togliere qualsiasi illusione alla minoranza cristiana.

 

 

Le canzoni

 

“Noi quattro abbiamo qualcosa di estremamente importante da dire con una sola voce. Queste due canzoni, Protect The Land e Genocidal Humanoidz, parlano di una seria e dura guerra perpetrata nei confronti delle nostre patrie culturali, Arsakh e Armenia”.

 

 

 

 

Come hanno ribadito i System il fare memoria di questo assassinio all’umanità era l’obiettivo primario di questi due inediti “Protect The Land” e “Genocidal Humanoidz” delle quali Malakian, ha scritto la musica e i testi. 

 

 

 

 

Il silenzio di questi anni

 

L’ultimo lavoro in studio dei S.O.A.D. risale al 2005, con l’album “Hypnotize”. Il leader della band ha voluto spiegare questo silenzio ai fan, dovuto forse ai dissidi tra lui e il batterista Dolmayan. Lo stesso Tankian ha rivelato in un’ intervista che avrebbe voluto lasciare la band prima dell’uscita dell’album sopracitato.

 

 

Chissà se con questo miniprogetto in studio, si possano gettare le basi per un vero e proprio ritorno. Noi ci speriamo e voi?


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