La fotografia che scrive la storia al tempo del Covid-19

Uno scatto immortalato e pubblicato sui social dal fotografo Gabriele Milani ha fatto il giro d’Italia, tra un profilo ed un altro ancora. Diventando virale tra gli artisti italiani che hanno deciso di ri – condividerne la bellezza: perché una foto vista mare che racconta di una generazione alla quale mancano emozioni forti è molto di più che una semplice foto da postare sui social. “Mi manchi come un concerto” è una testimonianza diretta, veloce e che arriva dritta allo stomaco a fronte di quello che sta accadendo da mesi. Che sta succedendo fuori e dentro, lontano e vicino da ognuno di noi. “Mi manchi come un concerto” è scritto di sfuggita, per la paura di farsi trovare con una bomboletta in mano ed ha il sapore di quell’illegalità dell’ultimo momento, di quel biglietto che non abbiamo tra le mani, dell’arrampicarsi sugli spalti per poter assistere comunque al live. Sa di quella ribellione che ci vorrebbe (ma che non si può avere) che a tutti quanti, giovani, adulti e bambini manca. La foto, insieme alla campagna #VogliamoUnAltroSpettacolo, seguita ovviamente dalle mille campagne per tutti quei lavoratori ed artisti fermi da tempo a causa della pandemia, è diventata virale. L’immagine, in bianco e nero, che ha come sfondo il lungomare di Livorno ritrae la frase “Mi manchi come un concerto” scritta e impressa nella fotografia Gabriele Milani. Un momento che doveva restare, nonostante lo street artist abbia scritto le parole su un cartellone pubblicitario vuoto da tempo, che non sarebbe servito a nessuno, lasciandolo sbiadire tra intemperie, pioggia, sole ed il tempo che passa. Ma qualcuno come Francesco Luongo, fotografo e musicista, ha deciso di immortalarlo per postarlo successivamente sui social. E renderlo pubblico. Accessibile a tutti. Perché è così che comincia la storia di queste semplici parole che trovano gli animi uniti e fomentati, di chi dietro una transenna e sotto ad un palco, ci lascerebbe la vita.

 

L’adrenalina di certi momenti, la foga di un attimo, un bacio sulla canzone che più ci rappresenta e ci racconta? Quanto ci manca tutto questo? E quanto saremmo disposti a dare perché si possa tornare a stare là sopra, o là sotto? Una scritta dimenticata, che fatica ad andarsene, resa celebre da una persona che non se ne cura, accanto, ma che se potesse, se potesse anche solo per un attimo forse, ritornerebbe a ballare la sera, sotto le stelle e le canzoni che fanno tanto bella l’estate. Ma non si può. C’è il covid,  il virus, la pandemia, l’emergenza sanitaria, ci sono cose più importanti, vero? E le emozioni? Quanto conta, tutto questo togliere, tutto questo tenerci lontano? Torneremo ad avere una vita, una luce colorata nelle iridi e la musica che colora il bianco e nero di questo momento?

 

La foto è rimbalzata di bacheca in bacheca diventando poi virale tra musicisti e artisti. Pian piano è diventato ufficialmente un simbolo della musica live ferma da mesi. La foto è stata condivisa così da Emma Marrone, Elisa Toffoli, Tiziano Ferro, Clementino. Persino Vasco Rossi. E chi ne ha, più ne metta.

 

Queste parole di Gabriele, arrivano dritte al cuore, drammatiche e malinconiche esattamente come certe canzoni cantante dal vivo: solo che queste sono parole su carta, carta che non sembra servire a nulla e invece urlano come mille voci in uno stadio, a proposito di un imbratto che ci prende di pancia e raccontano questo tramite le parole dell’artista:

 

E’ un grido di libertà, per un periodo estremamente difficile. Ognuno di noi ha una mancanza, un amore finito, una mamma, un parente. Ognuno di noi sa cosa significa la mancanza, il concerto si identifica in una libertà che non abbiamo

 

E che ci importa se dopo pochi giorni sono state sostituite da una mera pubblicità qualsiasi, perché l’arte di strada, lo sappiamo è imprevedibile, si trasforma, può durare poco quanto un tramonto oppure un anno, ma il messaggio no, quello neppure il mare lo può portare via, perché a riva con la risacca torna anche d’inverno, ce lo riporta sempre. Ed ancora più magico, sapete? E magico è quel messaggio lì, proprio quello lì che ce lo ricorderemo per sempre.

Esattamente come succederebbe un concerto.