slowdive

Slowdive: due date in Italia per il 2024

SLOWDIVE BY INGRIDPOP

DNA concerti è orgogliosa di presentare SLOWDIVE live per due imperdibili concerti,  mercoledì 31 gennaio all’Alcatraz di Milano e venerdì 2 febbraio all’Estragon di Bologna. Un grande e atteso ritorno in Italia, a distanza di qualche mese dall’uscita del nuovo album Everything Is Alive. Biglietti disponibili dalle ore 10 di mercoledì 8 novembre su Ticketone e Dice.

Nata a Reading in Inghilterra nel 1989, la band fondata da Rachel Goswell (chitarra e voce) e Neil Halstead (chitarra e voce), il chitarrista Christian Savill, il bassista Nick Chaplin e il batterista Simon Scott, è considerata tra i principali esponenti del genere shoegaze. Scioltisi nel 1995 e poi riunitisi nel 2014 con all’attivo cinque album, due raccolte e cinque EP, hanno definito un pezzo di storia della musica rock britannica e non solo.

Everything Is Alive è uscito il 1 settembre 2023 per l’etichetta Dead Oceans, anticipato dal singolo alife e da kisses, il cui videoclip è stato girato a Napoli. Un sentito tributo alla madre di Rachel Goswell e al padre del batterista Simon Scott, entrambi deceduti nel 2020, il nuovo album è un’esplorazione sonora della vita e della speranza, che riflette le profonde transizioni personali vissute dai membri della band. Spaziando tra paesaggi sonori psichedelici, pulsanti elementi elettronici anni ’80 e viaggi ispirati a John Cale, si presenta immediatamente come qualcosa fatto per il futuro.

Everything Is Alive è carico di esperienza, ma ogni nota è equilibrata, saggia e necessariamente incline alla speranza. La sua unica alchimia incarna sottilmente tristezza e gratitudine, radicamento ed elevazione”. Ha dichiarato Rachel Goswell sul nuovo disco. “Non sarebbe giusto fare un disco davvero oscuro in questo momento. L’album è piuttosto eclettico dal punto di vista emotivo, ma dà una sensazione di speranza”, aggiunge Neil Halstead.

Inizialmente il nuovo progetto Everything Is Alive viene concepito da Halstead, nel ruolo di autore e produttore, come un “disco elettronico più minimale”, sperimentando con i sintetizzatori modulari. Il processo decisionale collettivo degli Slowdive ha infine riportato il gruppo verso le loro caratteristiche chitarre intrise di riverbero, assorbendo nelle composizioni l’intenzione iniziale. “Siamo sempre venuti da direzioni leggermente diverse, e i pezzi migliori sono quelli in cui ci incontriamo tutti nel mezzo“, dice Halstead. “Gli Slowdive sono la somma delle loro parti“,  aggiunge Goswell.

Con questo nuovo album gli Slowdive dimostrano di essere i maestri del proprio genere, spingendo il loro lavoro verso l’esterno, al di là del singolare; il risultato finale è un disco tanto emotivo e catartico quanto ottimista.