Aurora Leone dei The Jackal: “Tu sei donna, da quando le donne giocano a calcio?”

La Partita del Cuore avvenuta martedì 25 maggio doveva rappresentare un evento benefico volto interamente alla ricerca e al progresso, celebrando i 30 anni del più longevo evento di solidarietà. 

Alla partita per la ricerca contro il cancro era stata invitata Aurora Leone, la giovane attrice dei the Jackal, insieme a Ciro Priello del medesimo gruppo. 

È alla cena pre-partita che è avvenuto l’ennesimo caso di maschilismo, quando Aurora e Ciro, seduti al tavolo della Nazionale Cantanti sono stati allontanati, in un primo momento pensando che il motivo fosse perchè appartenenti alla squadra avversaria, ma il problema era lei. 

La frase: “Tu sei donna non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole” ha lasciato perplessi i due, a questa frase Ciro inizia a difendere Aurora momentaneamente in stato di Shock. 

Chiamati in disparti i due The Jackal hanno chiarito al direttore che Aurora possedeva una convocazione, in cui le si chiedevano le taglie per poterle fornire un completino adatto. Il direttore della Nazionale Cantanti, Gianluca Pecchini, ha affermato: “Il completino lo metti in tribuna, da quando in qua le donne giocano a calcio?” Confermando la precedente causa, a quel punto Aurora e Ciro infervoratosi, vengono cacciati dal Hotel. 

Sui social Aurora spiega le dinamiche dell’accaduto, incitando in ogni caso alla donazione, per non dimenticare il nobile scopo della partita, il quale non doveva essere infangato dall’avvenuto retrogrado. 

Le scuse sono arrivate da diversi cantanti e soprattutto dal presidente della Fondazione Piemontese per la ricerca contro il cancro, il quale si è detto mortificato dell’accaduto, soprattutto perchè l’evento prevedeva inclusione, ricerca e progresso. 

La Nazionale Cantanti non ha ritenuto giusto porre le proprie scuse ad Aurora, dicendo che la maleducazione e l’arroganza non erano giustificate e che l’attrice fosse stata cacciata dal tavolo della Nazionale Cantanti non in quanto donna, ma in quanto avversaria, definendo ingiusto il polverone mediatico scagliatosi contro.