Il bookcrossing è un fenomeno nato negli Stati Uniti nel 2001 e rapidamente diffusosi anche in Europa, che prevede di mettere in circolo libri perché siano trovati e letti da sconosciuti.
L’idea nasce da progetti simili molto in voga negli Stati Uniti attorno all’anno 2000, come “Where’s George?”, che permette di seguire il percorso di una banconota specifica in base al suo numero di serie, PhotoTag, che rilascia macchine fotografiche usa e getta per vedere poi le foto scattate lungo il percorso, e il Geocaching collettivo, attività che unisce una caccia al tesoro high-tech con la corsa d’orientamento, che ha preso piede anche in Europa.
Per poter tracciare il percorso di un libro è necessario registrarsi al sito di Bookcrossing Italy, dichiarare il libro che si intende rilasciare e ricevere una etichetta da apporre al suo interno, con un codice che permetta a chi lo trova di segnalarlo online. A Milano nasce il più grande bookcrossing d’Italia nel quartiere Isola. La piccola biblioteca libera si fa in quattro e darà vita a un vero e proprio “quadrilatero del libro”. Una struttura tale da fare invidia a quella di Nancy, in Francia. Il progetto di cui Salamon va orgoglioso ha ottenuto il finanziamento del Comune che si sta occupando del restauro. Mediamente escono circa settecento libri alla settimana. I volumi esposti sono molto inferiori a quelli disponibili. Nel magazzino della Biblioteca ce ne sono oltre seimila. Servono per il ricambio e rifornire i punti di scambio. Ci sono appassionati che prendono libri e ne lasciano altri. Ci sono quelli che ne donano, ma vogliono restare rigorosamente anonimi.
Tra le altre novità, ci sarà l’accesso agli scaffali anche per chi è costretto a spostarsi su una sedia a rotelle. Una notizia giunta in concomitanza con la riapertura della PiBiLì dopo l’inverno e il lockdown per il coronavirus: “Quest’anno siamo stati fermi più a lungo di quanto pensavamo – sottolinea l’ideatore – Ma ne abbiamo approfittato per riverniciare gli scaffali, levigare i tavoli e sistemare altri dettagli in modo da riproporla al pubblico come nuova”. Una sfida in cui Salamon crede moltissimo, facendo soprattutto affidamento sul senso civico dei frequentatori: “Negli anni passati abbiamo dovuto fare i conti con diversi atti vandalici – racconta – e siamo consapevoli che tra l’usura dovuta agli agenti atmosferici e ad altri ipotetici raid, saremo sempre costretti a una manutenzione ordinaria; ma la faremo consapevoli che la passione per i libri unita alla rete di bibliofili e cittadini attenti al nostro progetto culturale ci aiuteranno a superare ogni affronto”.