Insegnante di autodifesa e addetto alla sicurezza: cos’hanno in comune queste due professioni?

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È lunedì, la sveglia suona alle sei e, che tu voglia o no, sei obbligato ad alzarti e ad andare al lavoro. Il blue Monday è un trauma universale, ma che ne diresti se il tuo lavoro fosse considerato stravagante o fosse sconosciuto ai più?

Stefania Benzo è un’insegnante di autodifesa israeliana che opera, tra le altre cose, nel settore della sicurezza ai concerti e agli eventi. Vive e lavora in Friuli Venezia Giulia.

In cosa consiste esattamente il tuo lavoro? 

“Il mio lavoro ruota tutto intorno alla sicurezza, personale ed aziendale. Dev’essere il mio riscatto dopo che, a 18 anni, ho lasciato passare avanti a me il treno dell’Accademia di Polizia di Stato. Ma ero immatura e non mi sono resa conto che era il mio percorso.”

Esiste un percorso formativo specifico per svolgere il tuo mestiere?

“Perr il Krav Maga devi prima essere stato un allievo, un ‘cliente’. I miei insegnanti presumibilmente hanno visto in me la stoffa per insegnare, ed io ho accettato. Il corso di Krav Maga è stato duro da tutti i punti di vista, emotivo e fisico: dai botte, prendi botte. Insegnare autodifesa è un’enorme responsabilità. Per diventare nello specifico addetto alla sicurezza, invece, bisogna seguire un corso di circa 90 ore dove si studia legge, contenimento delle persone agitate, antincendio, evacuazione e tanto altro. È necessario avere la fedina penale immacolata.”

Hai sempre voluto fare questo lavoro o è stato casuale? 

“Questa è la mia seconda vita. Fino al 2009 avevo delle aziende con mio marito ma, complice la crisi ed un socio disonesto, abbiamo perso tutto. Quando ho deciso di cambiare, ho fortuitamente trovato questa strada tanto strana quanto appagante.”

Raccontami come sei arrivata fino a qui.

“Sfogavo in palestra l’ansia per le aziende che stavano collassando ed un mio istruttore mi ha proposto di non seguire più i corsi fitness come iscritta ma come istruttore. Da quel momento le cose si sono trasformate ed evolute nelle attuali attività.”

Come viene percepito il tuo mestiere nella tua città? È inusuale o abbastanza diffuso?

“Sono stata la prima tecnico donna di Krav Maga in Regione, ed ora ne sono la responsabile e coordino le attività di altri tecnici, successivamente formatisi. Per ciò che concerne l’attività di sicurezza ai concerti sì, anche qui mi guardano come un’aliena ma a me fa solo piacere.”

Con che tipo di clientela hai a che fare abitualmente?

“Con una clientela eterogenea, con un’età che va dai 16 ai 70 anni, ambosessi e di qualsiasi estrazione sociale.”

Hai a che fare con persone particolari? Vuoi condividere un aneddoto divertente o un fatto spiacevole?

“In verità i miei clienti sono persone normalissime, io mi limito a fare “selezione” quando insegno Krav Maga. Se intuisco che non sei in palestra per imparare a difenderti ma per imparare ad alzare le mani, la lezione dopo la quale ti obbligherò a non tornare più sarà particolarmente pesante. Nei miei lavori ogni giorno di lavoro è particolare e ne succedono di tutte i colori… non ci si annoia!”

Il covid-19 ha influito sul tuo lavoro? Se sì, come?

“Beh, 3/4 delle mie attività sono attualmente ferme: palestre chiuse e concerti sospesi.”

Dove possiamo trovarti? 

“Sono attiva su Instagram e su Facebook, ma soprattutto su quest’ultimo ho delle pagine dedicate: “Krav Maga Friuli-Venezia Giulia” “Krav Maga Pordenone” e “Krav Maga Udine” sono gestite da me. Ho anche un sito internet, www.stefaniabenzo.it, che attualmente non sto aggiornando per ovvi motivi (COVID-19). Se metterete un ‘mi piace’ sulle mie pagine, non appena finirà o si attenuerà la pandemia potrete seguire tutte le mie iniziative!”

 


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