Zaha Hadid l’architetta delle curve

Zaha Hadid l’architetta delle curve

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Fonte foto: Pressinbag.it

Zaha Hadid, simbolo dell’architettura femminile, ha influenzato il modo di vedere e concepire l’architettura classica, introducendo linee morbide e uno stile fluido. 

Vediamo insieme le sue principali opere!

La donna delle linee fluide

Zaha nasce a Baghdad nel 1950 da padre imprenditore edile e politico e da madre artista; seguirà inizialmente le orme della madre, iniziando a studiare all’Accademia d’Arte a Beirut, per poi trasferirsi a Londra, dove fonda il proprio studio Zaha Hadid Architets.

Se inizialmente le sue opere non venero apprezzate, perchè ritenute troppo avveniristiche e anche irrealizzabili, proprio perché ispirate all’arte di Kasimir Malevich; successivamente sarà apprezzata in tutto il mondo con le sue opere morbide e composizioni scenografiche e moderne, procurando molteplici polemiche e critiche, le quali consideravano le sue opere poco funzionali.

Gli esordi, la carriera e i premi 

Dopo l’inizio nella Londra odierna ciò che la avvierà e la indirizzerà è l’incontro con Peter Rice, l’ingegnere sicuramente conosciuto per i complessi progetti del Centre Pompidou e dell’Opera House di Sydney. 

Avanguardia e stile questa è stata la carriera della Hadid, partita all’incirca  negli anni ’90 quando darà vita al progetto Vitra a Berlino progettando una stazione dei pompieri, Vitra Campus. Da qui, l’architetta diverrà inarrestabile, accumulando via via sempre più premi, tra questi nel 2004 sarà la prima donna a vincere il Pritzker Prize, inoltre riceverà un premio Nobel per l’architettura. 

Oltre ad essere stata un simbolo femminile e una grande architetta, ha anche dato vita ad una linea personale di design. 

“Sono sempre stata interessata al concetto di frammentazione e all’idea di astrazione ed esplosione, de-costruendo le idee della ripetitività e della produzione di massa.”

Zaha Hadid l’architetta delle curve

Fonte foto: designforloveblog.blogspot.com

Dove vedere le sue opere

Ricca di idee e sempre in gioco, Zaha ha dimostrato di essere sempre pronta ad accettare nuove sfide che le permettano di superarsi di continuo.

Iniziando dal Vitra Fire Station Campus nel ’93 a Berlino, un’opera architettonica dal “movimento congelato”, così definita per il suo cemento grezzo e vetro a visto. Se inizialmente era destinato ad uno spazio per i pompieri, ad oggi è uno spazio espositivo. 

Zaha Hadid l’architetta delle curve

Fonte foto: modulo.net

In Italia, a Roma nel quartiere Flaminio Zaha ha dato vita al museo Maxxi. L’edificio si è meritato lo Stirling Prize. 

Zaha Hadid l’architetta delle curve

Fonte foto: maxi.art

A Londra, la sua casa per molti anni, ha creato il London Aquatics Center, una struttura meno audace delle altre, proprio perchè più minimal, ma non meno particolare delle altre. 

Zaha Hadid l’architetta delle curve

Fonte foto: flickr.com

Se invece vi trovate a Dubai, proprio qui potete osservare la particolare struttura del The Opus Hotel. Un progetto che ebbe vita nel 2012 e che Zaha non vide a causa della sua morte nel 2016. All’interno dell’Hotel tutta la linea di design dell’artista. 

Zaha Hadid l’architetta delle curve

Fonte foto: forbesIalia.it

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