Monumentale

L’arte dell’addio: il Monumentale di Milano

Il Monumentale nasce tra il 1863 ed il 1866 grazie all’artista Carlo Maciachini, che vince il concorso per la realizzazione del nuovo cimitero di Milano che serviva a raccogliere le sepolture sparse in sei cimiteri periferici dando consono spazio per il riposo dei futuri cittadini.

E’ stato pensato per raccogliere le spoglie di religioni diverse quali quella ebraica, acattolica che si trovano a est e a ovest dall’entrata.

Monumentale

Foto di Alessia Viviani

Lo stile di costruzione del luogo non è per nulla neoclassico, ma segue uno stile eclettico e ricercato in cui il romanico, i richiami bizantini e il gotico riescono a conciliarsi in forme diverse dando ad esso, non solo una maestosa solennità, ma anche un grande richiamo all’arte, tanto da essere considerato un vero museo a cielo aperto, non solo dai turisti ma anche dai milanesi stessi.

Nel piazzale antistate le scalinate del Monumentale si aprono dinnanzi al visitatore due arcate, che sembrano abbracciare e accogliere chi si appresta a visitare questo luogo, conosciuto anche per il suo copro centrale detto “Famedio” che in etimologia latina richiama alle due parole: “Aedes” che significa “Tempio” e “fama” che appunto richiama “la fama” dei personaggi illustri che riposano tra le sue mura.

Una delle cose che più rende onore a questo cimitero è che l’intento di Maciachini di vederlo come un luogo di passeggio e non come qualcosa di lugubre e meramente funerario è proprio riuscito. Soprattutto per gli amanti dell’arte funeraria, come la sottoscritta!

L’imponente edificio è decorato con fasce marmoree, realizzate con Pietra Simona della Val Camonica e la Pietra di Sarnico e con inserti in Pietra di Viggiù; i colonnati d’accesso alle gallerie laterali sono realizzati in granito bianco e rosa di Baveno.

Insomma un edificio, ricco già dai mattoni che lo rivestono e non solo. Ricco soprattutto delle storie che s’intravedono nella vegetazione, tra le fotografie, tra le lapidi, e le imponenti edicole dedicate alle famiglie più importanti della città. Il Monumentale ci consente di fare quattro passi, coccolati dall’aria, dalla storia e dai misteri che sembrano respirare anche i suoi stessi “abitanti”.

Monumentale

Fonte foto: Milano.it

Il silenzio, ma anche quella bambina che tende l’indice verso le statue e chiede sorpresa: “Mamma che cosa è quello!?”, ci fa comprendere che il mondo va avanti solo se si ha un ricordo, al quale concedere qualche minuto della propria giornata. E un sorriso, al Monumentale, credetemi, non ve lo toglierà neppure la morte.

Quali sono i criteri con i quali un personaggio passato a miglior vita può essere  “ammesso” al Famedio?

Essi fanno riferimento a un regolamento definito nel 1884 e in parte modificato nel 1904, il quale suddivide a tre le categorie i cittadini considerati degni di passare alla storia: gli “illustri” ovvero coloro che per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, hanno reso grande Milano (pensiamo ad Alda Merini) i “benemeriti” che per virtù proprie hanno recato benefici e fama alla città e i “distinti nella storia patria” che hanno contribuito all’evoluzione nazionale.

Per ricevere gli onori e la possibilità di essere ricordati all’interno della cripta più importante di questo cimitero non occorre esservi tumulati, molti dei personaggi ricordati nelle lapidi poste all’interno sono infatti sepolti in altre zone del Monumentale, per esempio Arturo Toscanini. Inoltre in questo altare dedicato a coloro che hanno reso grande Milano sono stati ricordati anche alcuni italiani dalla grande fama le cui salme riposano altrove, come Giuseppe Verdi, tumulato nella cripta della Casa di Riposo per Musicisti a lui dedicata, sita in piazza Buonarroti a Milano, oppure Giuseppe Mazzini, sepolto nel cimitero di Staglieno nella bellissima Genova.

La tomba ed il monumento forse più enorme di tutto il cimitero lo troviamo al suo interno ed dedicato a colui che ha fatto dell’amore e della scrittura, due grandissime voci nella sua vita: Alessandro Manzoni riposa circondato dal ricordo di tantissimi artisti, nello sfarzoso spazio a lui dedicato. Ci auguriamo che davanti alla sua tomba oltre che a fotografi e cellulari pronti a scattare, si possano fermare anche sposi promessi un pò più fortunati dei sui Renzo e Lucia.

Insieme a lui molti altri personaggi dello spettacolo e della vita d’arte, un po’ più vicini a noi, e ai nostri tempi.

Insomma, un luogo carico di significato e storia, che ci porta ad incontrare le anime di tante belle persone che in vita, ma anche dopo sono rimaste nel cuore, e nell’arte di chi ancora oggi, li ricorda con un sorriso, o legge le loro poesie, o si ricorda le loro batture.

Un altra peculiarità di questo cimitero sono le “edicole funebri” ovvero dei monumenti dedicati alle famiglie più illustri del panorama Milanesi. Un’area di grande prestigio e impatto scenico. La Necropoli è popolata da numerose architetture che ne fanno un “paesaggio costruito sulle nuvole di un eterno che non accenna a spegnersi” di notevole interesse storico e iconografico . Nell’area settentrionale si concentrano le edicole più grandi e più antiche.

Monumentale

 

Fonte foto: monumentale.comune.milano.it

Questi esempi di strutture sono state per lo più realizzate da Luca Beltrami, uno degli architetti più conosciuti della storia, vengono definite: “Archittetture dell’eternità” e ce ne sono parecchie dislocati in tutta la zona cimiteriale. Alcune danno anche un senso di “allegria” al tutto, per esempio quella della famiglia Campari, che riproduce l’ultima cena, con un calice enorme davanti alle figure: è stata goliardicamente  ribattezzata dai Milanesi come “L’ultimo aperitivo“.

Monumentale

 

Fonte foto: tgfuneral24.it

Insomma, in questo articolo, ho voluto rappresentarvi un mondo che non è solo pianto e strazio, ma è molto altro: storia, cultura, architettura, un viaggio silenzioso nel tempo, che solo passeggiando tra i cipressi e le tombe di quello che è questo “mondo” a volte preso troppo sul serio, si può conoscere per davvero. Il Monumentale è uno dei luoghi fulcro di Milano, è un luogo che ci riporta tra i ricordi, e lo fa senza fare rumore, e nell’imponenza del suo silenzio, ci aiuta, anche a sorridere.