Il Cimitero Monumentale di Torino: luogo di pace e museo a cielo aperto

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Nella nostra penisola sono solo tre i cimiteri generali innalzati a monumentale grazie alla bellezza delle statue, dei monumenti e dei mausolei che li caratterizzano: quello di Staglieno a Genova (1851), quello di Milano (1866) e quello di Torino.

 

Fondato nel 1829 il Cimitero Monumentale di Torino è il più antico d’Italia ed è stato costruito su quello che i torinesi all’epoca chiamano il Parco Delle Mezze Lune. Tale area ha un nome tanto suggestivo perché parte di quei 32 ettari di bosco delimitati dai fiumi: Po’, Dora e Stura, che nel 1568 Emanuele Filiberto di Savoia compra per realizzare Il Viboccone. La reggia del Viboccone, circondata dal Regio Parco, diventa un progetto ambizioso per via del grande ampliamento che estende i suoi territori a 230 ettari grazie a Carlo Emanuele I di Savoia. Tanto impegno e tante risorse vengono spese per realizzare un luogo in onore della cultura e del suo sviluppo: attraversando il ponte delle Benne (sito sulla Dora) si arriva ad un bosco dal quale partono 5 viali alberati che si inoltrano nel parco.

 

Le prime due vie sulla sinistra sono dedicate al senso e alle arti liberali, quella centrale è dedicata alla teologia ed e quella che porta fino alla reggia, le due sulla destra sono rispettivamente dedicate agli studi maggiori e alle scienze matematiche. Tutte e 5 le vie erano adorne di statue e nicchie atte a favorire la meditazione ed il bosco ospita: animali selvatici, grotte, anfiteatri, fontane e un villaggio in legno. Un vero e proprio paradiso creato per lo studio dell’etica aristotelica che però i suoi successori non hanno la volontà di mantenere in auge e viene distrutta durante l’assedio del 1706.

 

La via della teologia oggi è corso Regio Parco mentre una parte del bosco corrisponde al parco Colletta ed infine una fetta del Regio Parco è il Cimitero monumentale di Torino. E con la costruzione del cimitero il ponte delle Benne viene soprannominato lo Stige di Torino poiché da qui transitano i carri che portano i feretri.

 

Grazie alla volontà dei cittadini che auspicano fortemente ad avere il loro cimitero museo a cielo aperto, vengono presto fatte ampliazioni e realizzate aree per le famiglie più illustri così già a partire dal 1846 vengono pubblicate guide di carattere storico artistico dedicate al cimitero. L’impegno non si è fermato con il passare del tempo e infatti, il comune di Torino fà parte dei 12 nomi noti dell’A.S.C.E. nata nel 2001 per la valorizzazione storico artistica dei luoghi di culto. Ancora oggi i torinesi amano andare a visitare il Monumentale e chi, come me, ne è un assiduo frequentatore, ha alcune tappe fisse che non può saltare come, ad esempio, il baldacchino marmoreo, realizzato da Carlo Ceppi, che ospita Teresa Denina, la sposa bambina, morta probabilmente di tisi a 28 anni. Su di lei aleggia la leggenda di una tragica dipartita durante la prima notte di nozze.

 

Altro appuntamento fisso è quello con il Monumento Remondini, scultura bronzea di Edoardo Rubino, che raffigura una maestosa e dolce fanciulla che saluta per l’ultima volta la vita. E come non citare L’allegoria del tempo: la statua che siede sulla tomba di Dario Dini, scultore andatosene venticinquenne, è un anziano angelo della morte che attende. C’è poi chi non può andare via senza aver salutato Laura Vigo, meglio conosciuta come la bambina con il cerchio che è divenuta il simbolo della fanciullezza strappata alla vita.  Chi invece rimane stregato dal monumento creato da Pietro della Vedova che ha scolpito, nel marmo di Carrara, Giuseppina Garbiglietti mentre vola via con un angelo.

Fra le statue e i mausolei di grande bellezza, realizzati dai maestri, e quelli meno pregevoli nella fattura ma capaci di coinvolgere emotivamente, rischio di citarli tutti. Credo invece sia più utile scrivere che, per chi vuole saperne di più, vengono organizzate visite guidate visionabili cliccando qui. Ma gli artisti qui non sono presenti solo in veste di creatori di opere, molti sono ospiti addormentati del cimitero, come Isa Bluette (cantante e attrice) che scoprì Emilio Macario (padre del teatro comico) anche lui ospite qui.

 

Gli scrittori e le scrittrici quali: Arrigo Cajumi, Davide Bertolotti, Edmondo de Amicis, Amalia Guglielminetti (scrittrice e poetessa), Nino Oxilia (poeta crepuscolare), Carolina Invernizio Quinterno (scrittrice gotica e noir), Mario Soldati (scrittore, sceneggiatore e regista). Solo per citarne alcuni. Fra i pittori presenti è da sottolineare la presenza di Giovan Battista Biscarra, di Giacinto Corsi di Bosnasco, di Giacomo Grosso e Luigi Spazzapan.

 

Per il resto, non vi resta che oltrepassare il cancello, anche perché l’autunno è la stagione migliore per visitarlo, trovate qui orari e come arrivare.


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