Marco Fortuna è uno scrittore, autore di testi teatrali e storie per bambini. Vive nelle Marche e la sua dimensione è la poesia. La sua prima pubblicazione, “Non lasciarmi”, risale al 2000. Negli anni, oltre alle numerose poesie, ha scritto poi la raccolta di fiabe “La strada del ritorno – favole d’amore e di perdono” e la piéce teatrale “Le parole possono cambiare il mondo”.
In te ho nascosto un lago
“In te ho nascosto un lago” è una raccolta poetica uscita nel 2019 per la casa editrice LietoColle, collana Blu, composta da 30 opere. I temi ricorrenti sono la natura e l’infanzia, e particolare attenzione viene data al rapporto tra l’Io poeta e il mondo circostante. L’opera è ibrida, non classificabile con una tecnica poetica precisa, e presenta vari elementi in prosa. I testi dell’autore possiedono, inoltre, alcuni accenni biografici ed evocano il passato. Tuttavia, la nostalgia nella sua eccezione negativa non prende il sopravvento, e i ricordi affiorano dolci, privi di melodramma. Le argomentazioni chiamate in causa sono molteplici: il passato appunto, i sentimenti e le sensazioni ad esso connesse, i defunti e l’animo umano nel senso più ampio. In “Stamattina mi sono svegliato bicicletta”, ad esempio, il corpo viene paragonato alla macchina, in una sorta di gioco di trasfigurazione per mezzo delle parole. Tutti i versi trasudano, a mio parere, vita: le parole collegate all’acqua (presente anche nel titolo), la terra e il fuoco sono preponderanti.
Il poeta, con questa suo ultimo volume, ci accompagna per mano in un mondo a metà tra il mistico e il reale, dolcemente, senza mai alludere a un dolore asfissiante.
Le parole dell’autore
Ciao Marco, grazie per la tua disponibilità. Inizio col chiederti: chi è Marco Fortuna? Al di là della passione per la poesia, quali sono i tuoi interessi? Cosa fai nel tempo libero? Mi piacerebbe sapere di più dell’uomo che c’è dietro il poeta.
«Prima di tutto voglio ringraziare voi di Hermes Magazine per l’invito a quest’intervista. Al di là della passione per la poesia, amo scrivere per il teatro prendendo spunto da storie di attualità, mi interessa molto la sociologia, ascolto sempre volentieri la musica degli anni ’80 e ’90, mi piacciono gli oggetti di modernariato, amo fare lunghe passeggiate e stare con la mia famiglia.»
Quando è iniziata la tua passione per la poesia?
«A scuola amavo molto leggere le poesie, studiavo sul Pazzaglia, il testo scolastico di allora che conservo ancora gelosamente, compresi tutti i miei appunti e le riflessioni; forse la cosa più difficile da spiegare è che “segretamente” ho amato quella poesia di cui non posso scrivere, di cui non esistono parole, fatta di abbracci, di pianti e risa che la mia famiglia mi ha donato, un’overdose che riesco a malapena a contenere. Ho vissuto l’infanzia nelle Marche ma anche a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, il paese di mia madre. La mia poesia è quasi una poesia di confine, una parola che divide e unisce al tempo stesso queste due terre.»
Questa non è la tua prima esperienza in quest’ambito, alle spalle hai quasi un decennio di pubblicazioni. Me ne vuoi parlare?
«Quando si pubblica una raccolta poetica si mette a nudo una parte segreta e intima, si vuole condividere, emozionare; è un po’ come aprire una porta e invitare la gente a entrare per ascoltare insieme un canto che arriva da lontano. In questi anni ho imparato a essere più critico verso me stesso e ho la fortuna di avere sempre dei cari amici con cui parlare di poesia.»
Quale delle tue opere ti rappresenta di più? A quale sei più affezionato?
«”In te ho nascosto un lago” è il risultato di un lavoro molto avvincente, ho iniziato a formare un puzzle che seguiterò a comporre nelle prossime raccolte, un gran tour come quelli che facevano gli avventurieri nell’Europa del XVII secolo, destinati alla scoperta, con partenza e arrivo nel medesimo luogo. Il poeta circumnaviga il suo mondo, cavalca il suo tempo immortale.»
Leggo che hai vinto numerosi premi. Ricordi l’emozione del tuo primo riconoscimento? Quando è avvenuto? Cosa hai provato?
«I riconoscimenti fanno certamente piacere, almeno testimoniano che qualcuno ancora oggi legge e apprezza la poesia. Partecipo comunque molto poco ai premi letterari, non credo che la competizione sia un passaggio necessario. La cosa importante è la passione perchè, come diceva Lorca, la poesia cerca amanti.»
Torniamo a “In te ho nascosto un lago”. Com’è nata questa raccolta?
«Per questo libro ho prestato molta attenzione alla scelta dei componimenti, nel lavoro di editing ho seguito un legame invisibile e sottile che indica un percorso preciso. Il titolo del libro è lo stesso della poesia che ho dedicato a mia figlia, l’ho scritta per dirle che le cose migliori che riusciamo a creare possono essere custodite solo dalle persone che amiamo. Nella raccolta c’è anche una poesia che dedico a mio figlio ed è significativo questo per ogni poeta credo, parlare con le persone che amiamo attraverso la poesia.»
Nel produrre l’ultima raccolta, hai perseguito fin dall’inizio un obiettivo oppure ti sei lasciato guidare dall’ispirazione?
«Scrivo sempre per il piacere di scrivere, non penso mai alla pubblicazione, quella viene dopo. Certamente, nella selezione, si scelgono delle poesie che in qualche modo ‘dialogano’ fra loro e creano un cerchio all’interno del quale si compie qualcosa.»
Gli elementi come l’acqua, la terra e il fuoco sono preponderanti. A cosa è dovuta questa continua evocazione della natura?
«Perché gli elementi che hai appena citato sono potenti e sono quelli che hanno originato il tutto. Quando si effettua una ricerca del tutto, nello sguardo introspettivo, le collisioni dei pensieri sprigionano forze che richiamano questi elementi.»
Molte tue poesie rievocano l’infanzia. Che ricordo hai di quel periodo della tua vita?
«La mia infanzia è stata magica, ho vissuto nelle Marche ma sono andato spesso in visita dai miei parenti in Emilia-Romagna; amo quei luoghi, le valli del Po, il dialetto ferrarese, fanno tutti parte della mia storia, nondimeno amo le dolci colline marchigiane, le mie poesie parlano di questi luoghi, di come li vedo.»
Nel 2017 hai approcciato al mondo dell’infanzia con la pubblicazione di “La strada del ritorno – favole d’amore e di perdono”. Da dove è nata l’idea di approcciarsi ad uno stile narrativo differente?
«Per gioco, la sera, inventavo delle favole e improvvisavo dei racconti per divertire i miei figli; da quel gioco è nata poi l’idea di seguire delle tracce per scrivere delle favole e proporle a una cerchia di lettori in tenera età.»
Credi che la poesia e la letteratura per l’infanzia siano due mondi opposti o credi possano avere qualcosa in comune?
«Trovo molta poesia nei pensieri dei bambini, i miei figli sono fonte di ispirazione continua e alcune delle loro riflessioni sono poeticamente folgoranti. La poesia è un modo di vivere e di sentire le cose.»
La pandemia attualmente in corso ha penalizzato le presentazioni dal vivo. Hai in programma di presenziare ad eventi e interviste online? Se sì, dove potremo vederle?
«Attualmente sono impegnato nell’editing di nuove raccolte. Avevo in programma delle presentazioni che sono state per forza di cose posticipate. La poesia al tempo del Covid deve essere vissuta come una preghiera, una lettura utile per curare l’anima di tutti, credenti e atei.»
Quali sono i tuoi progetti futuri? Avremo il piacere di leggere qualche altra tua nuova opera a breve?
«Lavoro con molta passione a nuovi progetti, alcuni in collaborazione con cari amici, scrittori o fotografi come Sebastiano Del Gobbo. In questi giorni è in cantiere una piccola anticipazione del mio nuovo libro, una video-poesia declamata da un attore siciliano bravissimo, presto la vedrete sul web.»
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.