Foto di Andrea Chierchi - Semplicemente Milano
Dal facchino al rigger, passando dal tecnico suono a quelli delle luci, poi cantanti, dj, speaker radio, i ragazzi del trasporto, quelli impiegati nei service, erano un totale di 500 rappresentanti Sabato 10 ottobre in piazza Duomo, a Milano, a riempirla di bauli, gli stessi “flightcase” così si chiamano in termini tecnici, che ogni giorno con la loro pesantezza vengono scaricati da tir lunghissimi per costruire palchi, attaccare cavi, e costruire impianti di altezze spropositate. Questi bauli accompagnano coloro che lavorano nel settore e sono divenuti il vero e proprio simbolo di una mobilitazione a livello internazionale che oggi (e da ormai mesi) è arrivata anche in Italia.
Ad organizzare questo grande flashmob chiamato “Bauli in piazza” è l’associazione culturale senza scopo di lucro “Bip”, di cui fa parte Fabio Pazzini, event manager e direttore di produzione che rilascia queste dichiarazioni all’Ansa:
“Come molti colleghi – sono fermo da febbraio, c’è qualcuno che lavoricchia, ma sono cose molto piccole perché in questo momento non c’è sostenibilità economica, tutti gli eventi estivi sono stati finanziati da enti pubblici, noi abbiamo riunito in piazza tutti i lavoratori e le rappresentanze delle imprese che lavorano nel settore, dai promoter di eventi e concerti ai service audio-luci perché è importante dimostrare alla politica che esiste un settore unito che chiede con un’unica voce una sola cosa: poter ripartire e guadagnarci da soli il pane quotidiano”.
A questo grande evento, che potrebbe ingombrare e approdare anche le piazze di Roma hanno partecipato i service più importanti del bel paese, come STS communication, Agorà e Amg International.
Il rumore che si è sentito è stato solo quello degli appalusi e dell’apertura dei flightcase vuoti. Una protesta da brividi, che ancora una volta vuole puntare i riflettori sulla grossa crisi che sta investendo questo settore. Più ordinati di un plotone militare, i complimenti sono andati tutti alla dignità che ci hanno messo e al rispetto per la piazza e per le persone della sicurezza.
All’appuntamento inoltre hanno preso parte il bassista Saturnino e tanti rappresentanti della categoria dei famosi, proprio per far sentire la vicinanza di chi sta sopra il palco, ai ragazzi che invece stanno dietro le quinte.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.