Capri considerata l’isola azzurra è adagiata come una sirena nel Golfo di Napoli. Probabilmente tra le tre isole della Campania è la più affascinante e da sempre sinonimo di vacanza chic.
Il suo nome sembra derivare dal greco kàpros, ossia cinghiale, collegato al latino capreae, capre infatti nell’antichità l’isola era nota come Caprae. A differenza di Ischia e Procida, l’isola è di origine carsica ed inizialmente era unita alla penisola sorrentina. Successivamente è stata sommersa in parte dal mare e separata dalla terraferma, dove oggi c’è lo stretto di Bocca Piccola.
La costa caprese è frastagliata con tantissime grotte nascoste usate in epoca romana come ninfei delle suntuose ville che furono costruite sull’isola. Una delle grotte più famose è sicuramente la Grotta Azzurra, descritta da molti scrittori e poeti grazie ai magnifici effetti luminosi di cui si può godere.
La grotta Azzurra
Come ogni luogo straordinario, anche la Grotta Azzurra racchiude in sé una leggenda. A quanto pare, infatti, la grotta era già conosciuta dagli antichi romani, tant’è che si pensa che Tiberio la usasse come ninfeo marino. Lungo le pareti, infatti, erano disposte una serie di statue romane che rappresentavano creature degli abissi. Tre di queste ultime sono state ritrovate: una rappresenta Nettuno e le altre due il dio greco Tritone, suo figlio.
Probabilmente altre quattro sculture si potrebbero trovare nel fondo sabbioso. Tiberio visse a Capri per cinque anni e trascorse questo periodo tra le sue dodici ville e feste orgiastiche; infatti, si racconta che l’imperatore amasse nuotare nel blu della grotta tra donne e uomini nudi. Coloro che non erano graditi, invece, venivano gettati in mare da una roccia nei pressi di Villa Jovis. Ad alimentare paure e leggende, all’epoca fu proprio la stranezza del blu così intenso dell’acqua. Si pensava infatti che streghe e mostri abitassero la Grotta Azzurra, spesso temuta ed abbandonata dai marinai, anche per le dicerie sugli spiriti che la infestavano.
Nel 1826, poi, fu riscoperta dal poeta tedesco August Kopisch, il quale ne descrisse la sua straordinaria bellezza in un libro che da subito catturò l’interesse dei più romantici. Da allora la Grotta Azzurra è diventata una delle attrazioni turistiche più importanti di Capri.
I Faraglioni
Capri è famosa anche per i Faraglioni, tre piccoli isolotti rocciosi che creano un effetto scenografico e paesaggistico davvero unico e suggestivo, divenuto celebre in tutto il mondo. Ognuno di essi ha un nome: quello accanto alla terraferma si chiama Stella, quello in mezzo Faraglione di Mezzo e quello più lontano dalla terraferma è il Faraglione di Fuori (o Scopolo). In realtà esiste anche un quarto faraglione, chiamato scoglio del Monocone, che si erge dietro a quelli più conosciuti. Il nome probabilmente gli viene attribuito dai bovi marini, foche vissute nei pressi dello scoglio fino al 1904, anno nel quale l’ultimo esemplare fu assassinato presso Palazzo a Mare. Sullo scoglio ci sono dei resti di muratura romana, attribuiti senza alcun criterio ai resti della tomba dell’architetto di Augusto: Masgaba. Ci sono anche altre teorie, infatti si pensa che sullo scoglio fossero state costruite alcune vasche per salare il pesce o un recinto per l’allevamento dei conigli.
Pochissime sono le spiagge a Capri ed i centri abitati dell’isola sono Capri, Anacapri , Marina Grande e Marina Piccola.
Amante della scrittura e del cibo. Scrivo da quando ho memoria, mangio più o meno da sempre. Giornalista Pubblicista dal 2017, con la nascita di Hermes Magazine ho realizzato un mio piccolo, grande sogno. Oggi, oltre a dedicarmi a ciò che amo, lavoro in un’agenzia di comunicazione come Social Media Manager.