Marco Pantani: tra luci e ombre

Marco Pantani: tra luci e ombre

Fonte foto: Controcampus

In occasione dell’uscita del film Il Migliore, un documentario che racconta della storia della leggenda di Marco Pantani e disponibile nelle sale italiane soltanto dal 18 al 20 ottobre 2021, dedichiamo il quarto articolo della rubrica Leggende Sportive proprio al noto ciclista.

Carriera

Il suo palmarès parla da sè, perchè la vita di Marco Pantani di certo è possibile trovarla nei libri di storia dello sport italiano. Fu soprannominato Il Pirata e può vantare di 46 vittorie, con i migliori risultati nelle corse a tappe. Inoltre, fu uno dei pochi atleti ad aver centrato la doppietta Giro-Tour, prima in quello d’Italia e successivamente nel Giro di Francia. Pantani è considerato tra i più forti scalatori per i suoi record in salita.

L’inizio della fine

Marco Pantani fu escluso dal Giro d’Italia del 1999 a causa di un valore alto di ematocrito, ma ciò gli procurò di conseguenza dei danni a livello psicologico. Prima la depressione, poi l’uso di droghe sono state la debolezza dell’atleta. Nonostante il suo ritorno, il Pirata non ritrovò più le sue prestazioni che lo hanno reso un campione. A tal proposito, fu reso noto un suo episodio in cui spaccò il vetro di un albergo per ira. Egli si giustificò con le seguenti parole:

«Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile.»

Marco Pantani

Il mistero della sua morte

Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto per intossicazione acuta da cocaina e antidepressivi, secondo quanto sostenuto dall’autopsia. Tuttavia, le cause del suo decesso sono ancora oggetto di discussione e di dibattito. Le indagini sono tuttora in corso, ma le circostanze non hanno ancora evidenziato se si è trattato effettivamente di un suicidio o di un omicidio.

Riconoscimenti

Molti artisti – dal cinema, all’arte, al teatro e alla musica – hanno reso omaggio alla leggenda del campione e, infatti, nella città di Montecampione è possibile ammirare una statua alta 6 metri a lui dedicata.