Fonte foto: luxaward.eu
Si conclude a Venezia il 1° dicembre 2021 il Premio Lux, l’award del pubblico per il cinema europeo organizzato dal Parlamento europeo e dalla European Film Academy.
Il premio, creato dall’istituzione europea ben 13 anni fa con lo scopo di promuovere il cinema europeo e proteggerlo dalla presenza cannibalizzante del suo alter ego statunitense, è stato quest’anno fortemente rinnovato con l’introduzione di un ruolo inedito per il pubblico. Da quest’anno, infatti, è proprio il pubblico europeo a essere direttamente coinvolto nella scelta del vincitore.
Inoltre, l’entrata in scena dell’European Film Academy significherà una maggior distribuzione, e quindi la possibilità di raggiungere un più alto numero di spettatori.
A testimonianza del rinnovamento, lo stesso premio è stato ribattezzato LUX European Audience Film Award.
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Eccezionalmente quest’anno, causa COVID, sono stati soltanto 3 i film finalisti, selezionati da una giuria di 20 professionisti provenienti dall’industria cinematografica europea (inclusi registi, critici, direttori di festival, distributori ed espositori), con il presidente dell’EFA Mike Downey come presidente onorario. Le pellicole di queste edizione, che dopo essere state scelte sono state votate dal pubblico e dagli eurodeputati sul sito www.luxaward.eu fino al 23 maggio, sono le seguenti:
- Another Round, coproduzione danese-olandese-svedese diretta da Thomas Vinterberg e interpretata da Mads Mikkelsen su un gruppo di insegnanti che, seguendo le teorie dello psicologo norvegese Finn Skårderud secondo cui si nasce con una carenza di alcol nel sangue, si avvinazzano senza freni per essere costantemente ubriachi. Il film è stato premiato con l’etichetta Selezione ufficiale di Cannes 2020 e selezionato come candidato danese agli Oscar;
- Corpus Christi, produzione franco.polacca diretta da Jan Komasa e interpretata da Bartosz Bielenia, segue la chiamata spirituale di un giovane ventenne mentre si trova in un centro di detenzione, ed è basata su di una storia vera. Anche in questo caso, la qualità del film è stata riconosciuta internazionalmente, rendendolo uno dei finalisti per il miglior film straniero agli Oscar;
- Collective, documentario di Alexander Nanau, che aveva già partecipato nel 2015 alla Selezione Ufficiale del Premio Lux. Il regista, tedesco-rumeno, esplora la corruzione nel sistema sanitario della Romania a seguito di un drammatico evento avvenuto al nightclub Collective – appunto – di Bucarest nel 2015. Presentato fuori concorso a Venezia, si è anche aggiudicato il LUX European Audience Film Award 2021.
Questi tre film sono stati in rassegna dal 9 novembre al 1° dicembre a Venezia presso il Cinema Dante d’essai, con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti (ovviamente per chi dispone di green pass), presentazione, proiezione dei film in lingua originale con sottotitoli in italiano, dibattito finale.
La data di inizio, il 9 novembre, non è casuale, poiché coincide con la celebrazione della Festa dell’Europa a Venezia 2021.
Le proiezioni sono iniziate con il film vincitore del premio Lux e si sono concluse con Another Round. Nel frattempo il panel di esperti si è riunito in ottobre per selezionare la cinquina che gareggerà in occasione dell’edizione 2022 del Premio LUX. I finalisti saranno annunciati l’11 dicembre in occasione del European Film Awards da Berlino. Stay tuned…
Scrivo da sempre. Da quando ancora non sapevo farlo, e scrivevo segni magici sulle tende di mia nonna, che non sembrava particolarmente apprezzare. Da quando mio nonno mi faceva sedere con lui sul lettone, per insegnarmi a decifrare quei segni magici, e intanto recitava le parole scritte da altri, e a me sembravano suoni incantati, misteriosi custodi di segreti affascinanti e impenetrabili, che forse, un giorno lontano, sarei riuscita a comprendere e che, per il momento, mi limitavo ad assaporare sognante. Sogno ancora, tantissimo, e nel frattempo scrivo. Più che posso, ogni volta che posso, su ogni cosa mi appassioni, mi incuriosisca o, più semplicemente, mi venga incontro, magari suggerita da altri.
Scrivo per Hermes Magazine e per altri siti, su vari argomenti, genericamente raggruppabili sotto il termine di “cultura“. Scrivo anche racconti, favole, un blog che piano piano prende forma, un libro che l’ha presa da un po’ e mi è servito a continuare a ridere anche quando tutti intorno a me sembravano impazzire (lo trovate ancora su Amazon, mai fosse vogliate darmi una mano a non smettere di sognare).
Scrivo perché vorrei vivere facendolo ma scriverò sempre perché non riesco a vivere senza farlo.
Scrivo perché, come da bambina, sono affascinata dal potere di questi segni magici che si trasformano in immagini, in pensieri, in storie. E, come da bambina, sogno di possedere quella magia che permette loro di prendere vita dentro la testa e nell’immaginazione di chi li legge.