Lo sappiamo e ne abbiamo già parlato in un articolo precedente: non è mai semplice trasformare libri in film. Trasbordare la carta bianca di un libro di tutto rispetto sulla pellicola di una cinepresa è un impresa ardua. Eppure, anche qui, possiamo dire che ci sono delle rarissime eccezioni che hanno fatto la storia. Vi parlerò di due libri e dei rispettivi film che oltre ad essere balzati alla storia e agli oscar, sono tra i miei preferiti. Mi hanno rubato l’anima. Sia dal punto di vista cartaceo sia da quello cinematografico.
IT – Stephen King
Fonte: Amazon
Certo che galleggiano [i palloncini], Georgie… Galleggiano tutti..! E anche tu se verrai quaggiù con me… galleggerai, Georgie!
Ventisette anni per rivederlo
Bisogna aspettare circa ventisette anni per rivederlo ed ogni volta è sempre angosciante, al massimo. It, capolavoro e pietra miliare di Stephen King è uno dei libri più spaventosi e affascinanti della storia dell’horror sulle pagine. E devo dire che sia il regista Andrès Muschietti che Tomme Lee Wallance in anni differenti hanno saputo, in parte hanno interpretato a loro modo forse le pagine più angoscianti scritte da King. Di “It” infatti sono stati tratti una miniserie TV nel 1990 (che io mi sono vista dall’inizio alla fine la notte dell’ultimo dell’anno) e un importante film horror nel 2017 (Visto anche quello il giorno stesso della sua uscita). Esattamente 27 anni dopo. Coincidenze? Io non credo! Ad oggi It in ogni suo format è uno dei film che ha più di un motivo per essere visto.
Libro e Film
Fonte: MyMovies
La prima parte, quella in cui i protagonisti sono bambini è la più riuscita, dal mio punto di vista e riesce a rappresentare in maniera viva e aderente allo spirito del libro (anche se si risolve sempre tutto in maniera rapida.) Quello che manca nel film invece è tutta la parte più sporca e fognaria delle pagine di King, in una cittadina come Derry.
Derry, la fogna dell’umanità
La stessa fogna nel quale vive Pennywise. Per esempio nel libro abbiamo scene che reincarnano questa parte molto più oscura. Essa infatti non viene mai messa in scena: quel marciume e quella sgradevolezza di cui ti innamori leggendo di nascosto It quando sei un adolescente alla ricerca del terrore e non solo.
Non ci sono barboni che “succhiano il cazzo” per qualche dollaro, nessun “frocio” viene malmenato, nessun riferimento a piattole che si attaccano allo scroto, nessuno si vomita addosso o fa sogni bagnati a base di nazisti e omicidi e nessuna “troietta” viene ricoperta da sangue di maiale o il fatto che non vediamo scene di sesso tra i ragazzini del Looser Club (Diciamolo per i canoni ai quali siamo abituati era palesemente impossibile riprodurre sul grande schermo questa maxi orgia di minori che lo stesso Stephen King continua tutt’ora a difendere o far vedere una Beverly che “la dà via” come se non ci fosse un domani).
Qualche critica
Tutto ciò che fa davvero paura perché insito nell’uomo e che King descrive così bene nei suoi libri, da “Salem’s Lot” a “Mr. Mercedes”, è solo accennato nel film (per esempio nella figura del padre di Beverly). Rispetto al lavoro del re dell’orrore questo It (sia il film che la miniserie anni 90) è stato trasportato sulla pellicola nella maniera giusta, ma è orrorifico solo a tratti, anche se davvero -quei tratti sono ben fatti-. Vuoi per questioni di tempistiche, censure e quant’altro. Nonostante ciò io ho trovato entrambi i film davvero in grado di darti, una buona visione di quello di cui parla It nel suo libro piu bello. Inoltre le scene, soprattutto quella piu cult della barchetta e del nostro pagliaccione nel pozzo che si mangia il piccolo Georgie.
La leggenda del Pianista sull’oceano – Novecento
Fonte: Amazon
Il mondo, magari, non l’aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima.
Da Baricco a Tornatore
La storia, chi ama Baricco come me la conosce molto ben, perché è di quelle che ti lasciano con lo sguardo sognante per la sua profondità in tutti i sensi. Un macchinista di colore del piroscafo Virginian, Danny Boodmann, il primo giorno del 1900 (da qui il nome del protagonista), ritrova un bimbo in fasce sul pianoforte della prima classe e decide di prendersene cura.
La trama
Il piccolo T. D. Lemon Novecento cresce cullato dalle onde dell’oceano e in totale tranquillità facendo la spola tra Europa ed America fino al giorno in cui il buon Danny muore a causa di un incidente sul lavoro. Novecento, spaventato per la possibilità che il capitano possa farlo scendere dalla nave, si nasconde nelle viscere del piroscafo per diverso tempo, facendo pensare al peggio. Una notte, però, come se fosse rispuntato da chissà dove, viene ritrovato al pianoforte della sala della prima classe a suonare una musica ‘piccola e bella’ che fa innamorare con le sue note gli ospiti del Virginian.
Da lì avrà inizio la sua carriera da pianista che vedrà culminare nell’amicizia con il trombettista Max Tooney (Tim nel libro). Inoltre ci sarà una vera e propria con l’ideatore del Jazz, Jelly Roll Morton. L’epilogo, poi, sarà meno amaro di quanto si pensi perché conseguenza logica della vita del personaggio interamente vissuta nel suo mondo galleggiante e negli infiniti mondi possibili creati grazie ai tasti del pianoforte.
Una leggenda che sa di magia
Fonte:Internet
Ogni dettaglio è stato pensato in modo estremamente minuzioso e dettagliato dal grande Tornatore che nel suo campo è davvero uno dei migliori professionisti. Un genio come pochi. Nel film sono state ricreate intere scene dei porti toccati dalla nave, si è fatto utilizzo di tecniche grafiche ed effetti speciali davvero (pensate che il film è uscito nel 1998), la ricostruzione dei ponti, della prima classe e della sala macchine è avvenuta studiando e guardando molto attentamente le immagini di quell’epoca di altri piroscafi e le scene sono state spesso registrate su una vera nave dismessa. Nulla è stato lasciato al caso.
Anche gli attori si sono completamente calati nella loro parte: il protagonista, Tim Roth, in particolare, ha fatto un lavoro egregio di immedesimazione tanto da sembrare sbucato direttamente dalle pagine del libro di Baricco con quello sguardo rivolto altrove verso luoghi sconosciuti, l’espressione sempre stupita al cielo, i gesti lenti, leggiadri, semplici. Pregni di una delicatezza che solo un uomo come Novecento tra musica, sogni, oceano e amore può far vivere.
A voi la parola…
Ho voluto trattare solo due film, agli antipodi tra loro, perché quello che mi hanno lasciato i libri, me l’hanno fatto rivivere questi due capolavori sul piccolo e sul grande schermo. Non credo di esagerare nel dire che a mio parere sono due dei più grandi film e libri usciti per la vita di chi come me, ama leggere. E a voi? Quali film, tratti dai libri vi sono rimasti più impressi?
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.