Se scrivo, se ho iniziato a leggere lo devo anche lui: Alessandro Baricco. L’uomo grazie al quale ho potuto comprendere e capire davvero l’importanza delle parole. Non ce n’è, quando un autore ti entra dentro, e quando dico dentro, intendo tra l’anima, il cuore e la pancia, il mondo fuori non esiste più. Non sono qui per spiegarvi chi è. Se siete arrivati a leggere questo articolo è perché molto probabilmente qualcosa avete letto, e qualcosa di lui lo sapete benissimo. Nel caso, sappiatelo, qui sopra non è la prima volta che ne parlo. Ma questo articolo è diverso. Diverso perché, come tanti altri articoli dovrebbe essere solo a scopo informativo, ed invece, forse diventerà qualcosa di più.
Fonte immagine: Tiroriro.com
Le sue parole
Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto. Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza) “A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso. Molto altro non mi verrebbe da aggiungere. Forse, ecco, mi va ancora di dire che percepisco ogni momento la fortuna di vivere tutto questo con tanti amici veri intorno, dei figli in gamba, una compagna di vita irresistibile, e il miglior Toro dai tempi dello Scudetto. Sono cose, le prime tre, che ti cambiano la vita. La quarta certo non te la guasta”.
La cognizione del dolore di Baricco
L’hanno scritto in molti, me compresa: “Come dice le cose Baricco, nessuno mai!” e neppure per questa notizia (che non deve essere stata semplice da recepire e da buttare fuori nel momento opportuno) si è tirato indietro. Le parole sono mine e allo stesso tempo petali di girasole quando è alto a mezzogiorno. Ed ecco, nonostante il tema sconcertante che lascia tutti un po’ interdetti, quello che più stupisce è la naturalezza con cui lo scrittore di Novecento ha deciso di raccontare il suo dramma ai suoi lettori.
Ci ha dato ancora l’esempio di uomo che stava sul palco, a raccontarci e spiegarci la Cognizione del dolore di Gadda. Chissà ora cosa direbbe del dolore? Chissà se tutto quel prendersi del tempo obbligato, non sia solo per quel “leucemia mielomonocitica cronica”, ma anche una sorta di sfortunata opportunità, come fa trasparire nelle sue parole.
Le parole per la sorella Enrica
La cosa che sicuramente ha fatto comunque tirare un sospiro di sollievo a tutti e allietato un po’ il cuore è stata la dichiarazione d’amore per la sorella Enrica, che ha acconsentito a donargli le cellule staminali per combattere questo subdolo tumore del sangue. Una parte che ho trovato davvero commuovente quanto di una forza assurda e ancestrale. La vita, e la forza che scorre in queste parole, nonostante siano molto probabilmente in frutto di un attenta analisi di sé stessi in questi cinque mesi di assenza latente, è davvero la parte che più mi ha fatto riflettere, quanto il focalizzarsi su una cosa soltanto, su una sfortuna sia davvero, sbagliato:
“Percepisco ogni momento la fortuna di vivere tutto questo con tanti amici veri intorno, dei figli in gamba, una compagna di vita irresistibile, e il miglior Toro dai tempi dello Scudetto. Sono cose, le prime tre, che ti cambiano la vita. La quarta certo non te la guasta”.
Il mio pensiero
Beh, è complicato trovare parole migliori di quelle utilizzate dallo scrittore italiano che più amo in assoluto, ma garantisco che per un attimo ho avuto gli occhi lucidi e le iridi mi si sono anche un po’ annebbiate. Nonostante questo, leggendo quanto riportato tra le varie notizie, mi sono accorta ancora una volta del perché la sua scrittura mi colpisce cosi tanto e mi fa stare bene: perché sa descrivere anche il dolore con una poesia. Perciò il mio intento è solo quello di augurargli il meglio e ringraziare sua sorella Enrica, che oltre ad essere speciale, gli salverà anche la vita. Pensate un po’.
Forza Ale, che il Virginian non può salpare se non ci sei tu come comandante, ed anche se la Juventus dovesse vincere lo scudetto, non prenderla troppo sul personale.
Un forte abbraccio, una tua lettrice.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.