Cercare la poesia nelle macchine, negli ingranaggi e nel loro movimento. Considerare gli oggetti di scarto non come rifiuti ma come potenziale materiale per creare nuova estetica e bellezza. Queste sono le motivazioni e la spinta che hanno motivato Jean Tinguely (1925-1991) a ideare le sue opere: marchingegni assurdi e volutamente rumorosi, ma dotati del fascino intrinseco delle strutture industriali sottratte però a un uso peculiare, per essere viste e ammirate solo per il loro essere oggettuale.
La lunga carriera artistica di Tinguely ha inizio nel lontano 1945, quando si avvicina all’arte d’avanguardia dipingendo quadri astratti e già da allora creando sculture con vari materiali tra i quali metalli, legno e carta.
fonte foto: Pirelli Hangar Bicocca
Gli anni successivi lo vedranno partecipare a molte esposizioni internazionali e sottoscrivere negli anni sessanta, assieme ad altri autori, il manifesto del “Noveau Réalisme” nel quale si promulgavano “nuovi approcci percettivi al reale” rifiutando la funzione celebrativa della scultura.
Il suo avvicinamento alle tematiche del movimento Fluxus (tutto è arte) e il sodalizio con Niki de Saint Phalle, artista eclettica, che diventerà la sua seconda moglie, lo porteranno a una crescente notorietà e a divenire uno dei più importanti esponenti dell’Arte Cinetica europea.
La mostra
Fonte foto: Pirelli Hangar Bicocca
Il Pirelli Hangar Bicocca di Milano è uno grande spazio post industriale convertito a sede espositiva per mostre di arte moderna e contemporanea nel 2004. È, se vogliamo, la sede naturale per ammirare le avvincenti creazioni, gli ingranaggi semoventi, il complesso di elementi meccanici che stimolano il pubblico a interagire con il loro “linguaggio”, realizzati dall’artista svizzero.
Sino al 2 febbraio 2025 le navate del complesso architettonico ospitano la più grande mostra retrospettiva italiana dedicata al lavoro di Tinguerly dopo la sua scomparsa. Più di quaranta opere, alcune monumentali, realizzate dagli anni cinquanta agli anni novanta, popolano i 5000 metri quadrati del percorso espositivo interagendo in un gioco di scoperta sia acusticamente che fattivamente con i visitatori.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con il Museo Tinguerly di Basilea e fa parte del programma “Tinguerly100”.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.