Jacquotte Delahaye nasce nella prima metà del XVII secolo, periodo aureo per la pirateria dei Caraibi, sull’isola di Hispaniola, oggi Haiti, da padre francese e madre haitiana. La madre morì dando alla luce il fratellino e poco tempo dopo morì anche suo padre. Rimasta orfana, si prese cura del fratello minore.
Carriera di pirata
Per sopravvivere decise di diventare una pirata. La sua carriera fu davvero brillante: salpò i mari dei Caraibi e, in poco tempo, fu al comando di una ciurma di circa cento uomini. Jacquotte, però, aveva molti nemici che le davano la caccia, soprattutto il governo e i suoi rivali bucanieri. Decise, perciò, di simulare la propria morte: falsificò il suo nome, si travestì da uomo e continuò la sua intrigante avventura solcando i paradisiaci mari dei Caraibi. L’inganno non durò a lungo, perché i suoi inconfondibili riccioli rossi la tradirono. Tornò, quindi, nei suoi abiti femminili e riprese il suo nome. Venne soprannominata “La Rossa tornata dal Regno dei Morti.”
Conquiste
Tornata alla nuova vita, nel 1656, a capo di un gruppo di bucanieri conquistò piccole isole di proprietà spagnola. Qui dà vita alla Repubblica dei Filibustieri. Jacquotte morì intorno alla seconda metà del XVII secolo all’età di soli vent’anni anni circa a causa di un colpo di arma da fuoco partito dalle forze spagnole mentre tentava di difendere la sua Repubblica dei Filibustieri.
Una donna. Un’eroina. Una piratessa che ha difeso la propria patria pagando con la vita la libertà di un popolo assoggettato.
Laureata in Lettere e in Filologia Moderna, nasce a Napoli il 10/09/1989 e vive a Parete, in provincia di Caserta. Sposata, madre di Michele e spesso dedita con passione all’arte culinaria. Docente presso un istituto d’istruzione superiore e giornalista pubblicista, iscritta all’albo dal 28 gennaio 2019, nutre una certa passione per la scrittura prosastica e poetica. Come l’araba fenice costituisce il suo esordio narrativo.