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Valtellina, 2022 A.D. Siete in una delle tante gite in montagna nell’altissima Lombardia e vi imbattete in un piccolissimo nucleo di case in pietra tipiche di quelle regioni alpine. Si tratta proprio di Scilironi, un minuscolo villaggio rurale situato a 17km da Sondrio e a nemmeno 500 metri dalla località di cui è frazione: Spriana.
Questi due borghi costituiscono la porta d’ingresso della cosiddetta Valmalenco, una vallata laterale alla principale regione della Valtellina e lambita dal torrente Mallero. Questa comincia appena varcato il ponte del Valdone e si estende per tutto il versante nord fino al Pizzo Bernina, che con i suoi 4050m di altitudine svetta sul fondovalle.
Possiamo definire questo luogo come una sorta di presenza scenica di questa piccola area geografica, ma è sempre meglio conoscere prima un po’ della sua storia per poterlo esplorare ed ammirare “al meglio”.
Fonte foto: fondoambiente.it
Storia di un piccolo paesino montano
Possiamo definire Scilironi come un agglomerato di case costruite una a ridosso dell’altra così da conferire agli abitanti una notevole sensazione di sicurezza e di reciproco aiuto. Oppure, si può descrivere come un’unica grande casa.
La sua origine sembra avvolta nel mistero: le notizie, infatti, sono davvero scarne. Si sa soltanto, infatti, che fino al XVII secolo era abitato dall’omonima famiglia, di origine spagnola. Questo piccolo nucleo, a dispetto della sua ridotta estensione, ha conosciuto un periodo di espansione che si è protratto fino al 1800 circa. Così il borgo ha avuto modo di “stabilizzarsi” nei connotati urbani arrivati ai giorni nostri: un paesino montano con ripidi vicoli e scalini intagliati nella roccia, con cortiletti e tipici balconi in legno.
Con il secondo dopoguerra, Scilironi ha conosciuto un rapido spopolamento dovuto all’emigrazione di massa che ha spinto gli abitanti ad abbandonare sia i piccoli centri, sia il Paese, dirigendosi verso territori più prosperi come le grandi città oppure Paesi esteri (Argentina, Australia, Regno Unito). Dunque, oggi il borgo rimane praticamente disabitato dal momento in cui conta soltanto 84 abitanti; tuttavia, vuoi anche per il suo status di paese fantasma, ha mantenuto tutte quelle caratteristiche tipiche dei villaggi alpini, che altrimenti sarebbero sparite con i vari rimaneggiamenti odierni.
Fonte foto: Valtellinamobile.it
Cosa vedere a Scilironi e in Valmalenco?
In realtà… a Scilironi c’è poco da vedere. Si tratta, infatti, di un piccolissimo centro abitato di tipo rurale che non ha nemmeno una propria chiesa né un proprio cimitero. Basta, infatti, ammirarlo nel suo aspetto “naturale” rimasto intatto da circa due secoli e passeggiare per le sue viuzze interne.
Poco più avanti, proseguendo verso Spriana, troverete la Chiesa della Madonna della Speranza, costruita sopra a una roccia (o un macigno, ndr), probabilmente sorta sul finire del Trecento o agli inizi del Quattrocento. La leggenda vuole che sia il luogo di culto più antico della vallata e che girando attorno alla chiesa si possa guarire dal mal di denti.
Giungendo, poi, nella località sorella di Scilironi, troviamo un altro esempio di architettura religiosa: la Chiesa di San Gottardo, costruita in una data non meglio definita (forse nella seconda metà del XV secolo) e rimodernata nei secoli a venire.
Tutta la Valmalenco è costituita da piccolissimi centri molto simili a Scilironi e alla vicina Spriana, che per quanto possa essere munita di due chiese e di un municipio è comunque un abitato molto minuto. Proseguendo verso nord, le località più estese sono quelle di Torre di Santa Maria, di Chiesa in Valmalenco e di Lanzada. Lasciati i tre borghi alle proprie spalle inizia la scalata verso le alture, costellate di rifugi e di cascine. Siate preparati al meglio se volete raggiungere il Pizzo Bernina!
Fonte foto: vitaincamper.it
I dintorni della Valmalenco
Procedendo verso sud troviamo le località di Cagnoletti e di Arquino, più o meno grandi quanto Scilironi. Dunque, si giunge a Sondrio, città che conta oltre 21.000 abitanti e che certamente non manca di bellezze storiche e artistiche, e di conseguenza nella “vera e propria” Valtellina.
Da qui potete proseguire o verso est fino allo Stelvio (o virando per altre località, come Edolo e le cime dell’Adamello), oppure nella direzione opposta attraversando le località di Barbenno di Valtellina e Morbegno e giungendo ad Olonio e Gera Lario, sulle sponde del Lago d’Iseo.
Classe 1996. Sono appassionata di molte cose, tra cui la fotografia.
Nasco in un borgo del Centro Italia e quando ne ho la possibilità faccio dei piccoli viaggi (o gite fuori porta, come preferite) nei luoghi più disparati della mia terra, ossia proprio l’Italia Centrale.
Quella di Hermesmagazine è la mia prima esperienza in assoluto da pubblicista; dietro le quinte ho curato, insieme ad altre persone, i testi di alcuni articoli per il sito leviedelcinema.it (Rassegna del film restaurato che si tiene non molto lontano da casa mia). Nel tempo libero gestisco una piattaforma personale in cui ho catalogato i miei scatti in giro per il Centro Italia (e non solo) e in cui scrivo qualcosa riguardo i miei spostamenti.