La meravigliosa e significativa mostra di Obey, Obey Peace Revolution, è stata inaugurata il 25 Giugno di quest’anno e sarà disponibile al Teatro Margherita di Bari fino al 28 agosto. Le opere di Obey, esposte al teatro, affronteranno diversi temi come la politica, la pace, le donne, ambiente e la cultura e scottanti temi umanitari, tutte a disposizione degli amanti dell’arte moderna e di tutti i visitatori del teatro.
L’organizzazione
L’esposizione di queste emozionanti opere d’arte, è a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli. Il tutto è stato promosso dalla città di Bari e viene organizzato da MetaMorfosi eventi.
“Con questa nuova iniziativa Metamorfosi Eventi, dopo il realismo capitalista di Banksy, propone alla città di Bari l’incontro con l’universo artistico di un’altra figura iconica della street art contemporanea: Shepard Fairey, universalmente noto come OBEY – commenta il sindaco di Bari Antonio Decaro -. Parliamo di un artista che sin dai suoi primi passi ha scelto di provocare l’osservatore per innescare una riflessione sull’ambiente urbano e sul contesto sociale e politico in cui ciascuno si muove, producendo immagini divenute da tempo di culto in tutto il mondo. La mostra negli spazi del Margherita entra perciò a gamba tesa nell’attualità interrogandoci su alcuni dei temi più urgenti che siamo chiamati ad affrontare, individualmente e collettivamente, primo tra tutti la pace”
Il tutto accompagnato dal sostegno di Cime, Regione Puglia e teatro pubblico pugliese, infatti il vicepresidente Marco Giannotta dichiara: “Teatro Pubblico Pugliese e Pugliapromozione continuano a collaborare, in sinergia con la Regione Puglia, nella realizzazione di progetti e manifestazioni nel segno di cultura e turismo e questa mostra di Obey ne è una perfetta dimostrazione. Una sinergia che punta alla valorizzazione dell’offerta culturale in tutta la Puglia con attività di alto profilo”.
I visitatori si troverà difronte ad un universo cartaceo composto da opere futuristiche di inizio Novecento, opere paretiali latinoamericani, i muralismi italiani.
Tra le opere presenti ci sarà anche una Diplomacy over violence, ovvero una rivisitazione della Marianna simbolo della Francia rivoluzonaria, con alle spalle una bandiera blu e gialla. L’opera è stata creata proprio, in seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
“OBEY incarna la perfetta connessione tra la retromarcia di un passato generativo e la versione fluida di un presente digitale dalla biologia cartacea – spiegano Gianluca Marziani e Stefano Antonelli. – Il suo sguardo processa i temi umanitari con un meccanismo editoriale che connette informazione e comunicazione, serigrafia multipla e preziosità estetica, ambiti locali e spazio globale. OBEY amplifica l’occhio collettivo sulle riflessioni morali, ridefinendo il confine tra arte pubblica e universo privato, lungo azioni conoscitive che diventano prese di coscienza sulla più grande e ambiziosa rivoluzione: la PACE”.
Le opere in mostra
Obey parla di politica e propaganda, è uno degli artisti che negli ultimi tempi è riuscito nella provocazione, ecco alcune delle opere esposte alla mostra.
OBAMA HOPE, la classica posa del primo presidente afroamericano, Barack Obama, entra nella storia come icona, proprio come la Marylin di Andy Warhol. Con i colori classici dello stato americano, l’opera nel 2008, è piaciuta allo stesso presidente. Obama Hope è stato l’inizio del vero successo per Fairey, infatti ha venduto 300 poster, 1M di adesivi ed è stata l’immagine della campagna elettorale del presidente.
Fonte foto: librario.it
WE THE PEOPLE, la serigrafia di Obey del 2017, prende il nome dal preamobolo della Costituzione Americana. L’opera ritrae tre donne di etnie differenti, come gli afroamericani, i nativi americani e i latini, tutte perfettamente ritratte in stile Fairey.
Fonte foto: Wunderkammern.net
MARIENNE: L’ACTION VAUT PLUS QUE LES MOTS, la serigrafia risale al 2021, ma nel dicembre 2020, alcuni attivisti modificarono l’opera di Shepard, aggiungendo delle lacrime color rosso sul volto ed una striscia bianca sulle celebri parole Liberté, Egalité, Fraternité.
Inizialmente all’opinione pubblica non piacque il gesto, che sembrò essere un atto di vandalismo, ma Shepard Fairey approvò l’idea e alla Marienne fu aggiunta una lacrima di colore blu, proprio per ricordare le varie vittime degli attacchi terroristici.
Fonte foto: collectorsquare.com
OBEI ICON
Come nasce il famosissimo marchio OBEY? In inglese significa obbedire, anche se come obbiettivo ha l’inverso. Fairey si rende conto che la comunicazione è diventata propaganda e per questo affronta questo tema, insieme al controllo.
Tutto nasce prendendo come icona il wrestler Andrè de Giant, stampando migliaia di copie. Per i successivi 10 anni le attacca in tutta Los Angeles, ma senza permessi. Ovunque si trovasse la faccia del lottatore, suscitava nei passanti curiosità e attenzione. L’artista deve a quest’opera i suoi 18 arresti fino al 2008, con il poster Obama Hope.
Fonte foto: plazzart.com
Informazioni
Il teatro Margherita di Bari, vi ospiterà dalla domenica al giovedì dalle 17 alle 22, mentre il venerdì e il sabato potrete restare fino alle 23.
Il biglietto intero costa solamente 5 euro, ma se siete under 25 lo potrete pagare 3 euro, mentre è gratuito per i minorenni.
Hi Guys! Sono Chiara, sebbene le presentazioni non siano il mio forte… preparatevi a tre righi intensi di sonno…
Nata sotto il segno del sagittario, come tale il mio punto forte è l’ironia, il debole ancora da scoprire… scherzo, è la buona cucina! Nel mezzo troviamo passione per l’arte, la letteratura, i viaggi e la scrittura.